Lampedusa ora è al collasso E il governo nega l’emergenza

L’hotspot di Lampedusa è oramai al collasso: una struttura che può ospitare un massimo di 95 persone, attualmente ha al suo interno più di 400 migranti.

Questo perché, complice anche il ritorno di un clima praticamente estivo, l’ultimo week end per l’isola è apparso molto difficile sul fronte immigrazione.

Soltanto nella notte passata si sono contati tre sbarchi, i quali hanno portato lungo le coste dell’isola un totale di 200 persone.

Anche sabato sono stati registrati nuovi approdi e nuovi arrivi, molti dei quali autonomi: si tratta di barconi provenienti verosimilmente dalla Tunisia, un paese che negli ultimi giorni è stato sì distratto dalle elezioni presidenziali ma in cui la Polizia ha compiuto anche operazioni che hanno fermato altri barchini in partenza.

Una situazione dunque drammatica, con Lampedusa che sta vivendo un nuovo periodo di passione sul fronte immigrazione: “Non è un caso che, con l’attacco della Turchia alla Siria, dalla Libia inizino a fuggire in massa, la situazione è destinata a peggiorare”, ha affermato il sindaco di Lampedusa, Totò Martello.

Il primo cittadino ha garantito che, almeno la metà dei 400 ospiti dell’hotspot, saranno evacuati entro oggi: “Cento andranno a Porto Empedocle tramite un traghetto di linea – ha confermato il sindaco – altri cento con un incrociatore della Guardia di Finanza”. Altro lavoro ed altra pressione quindi per le forze dell’ordine che, oltre a garantire i soccorsi di chi sbarca, devono in queste ore fronteggiare le esigenze interne all’hotspot e la situazione sotto il profilo dell’ordine pubblico.

Intanto il sindaco di Lampedusa, sempre nelle scorse ore, si è lamentato contro l’assenza apparente delle istituzioni centrali: “Chiedo alla classe politica italiana, cosa bisogna aspettare ancora per una inversione nelle politiche sui migranti? Qualcuno pensa che nascondendo la testa sotto la sabbia, la situazione cambierà da sola?”, sono le dichiarazioni di Martello.

“Ci sono stati altri morti appena pochi giorni fa – ha proseguito il primo cittadino – ma a Lampedusa non si è visto nessuno, eravamo solo noi lampedusani a piangere quella gente. Adesso altri sbarchi, che in realtà non si sono mai fermati, eppure continuiamo a non avere segnali di sostegno dalle istituzioni”.

“Ho espresso la mia preoccupazione per la situazione ai confini della Siria, sulla guerra della Turchia contro il popolo curdo – ha ancora dichiarato Martello – Quello che qualcuno non capisce è che i flussi migratori sono direttamente collegati a certi eventi, bisogna farsi trovare preparati, non si può inseguire l’emergenza. E soprattutto continuo a ripetere che i territori di frontiera come Lampedusa non possono essere abbandonati”.

Quella del primo cittadino di Lampedusa, è apparsa anche una risposta al sottosegretario all’interno Carlo Sibilia che, nelle scorse ore, aveva dichiarato l’inesistenza di un’emergenza sbarchi: “Dobbiamo uscire dalla narrazione – si legge tra le affermazioni di Sibilia – che oggi non è più quella corretta, che l’Italia è sotto un’invasione di orde di persone. Il nostro sistema è testato e può tranquillamente tenere questi arrivi. Non esiste un’emergenza ingressi in questo momento”

Il discorso di Martello ben dimostra anche la tensione sull’isola in queste ore: per i lampedusani, che non hanno mai visto la fine del fenomeno migratorio, il ritorno a numeri a tre cifre nel conteggio dei migranti approdati quotidianamente sta rappresentando una situazione molto difficile da digerire: “Fate qualcosa”, ha infatti aggiunto Martello.

E sulla situazione sull’isola, è intervenuto nelle scorse ore anche il leader leghista Matteo Salvini: “Lampedusa è al collasso con problemi in tutta Italia – ha scritto in un post sui social l’ex ministro dell’interno Solo nelle ultime ore della notte 177 sbarchi sulle coste italiane, alla faccia della ‘solidarietà europea’. Roba da matti. Prima mandiamo a casa questo governo di incapaci tanto meglio, e gli italiani lo dimostreranno molto presto”. Il messaggio del leader della Lega, termina poi con un post scriptum aggiunge: “Ma il problema non era Salvini?”.

il giornale.it

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