Reddito di cittadinanza, i brigatisti esultano ancora

Dopo lo scandalo scoppiato per il reddito di cittadinanza regolarmente percepito da Federica Saraceni, l’ex brigatista condannata a 21 anni e 6 mesi per associazione con finalità di terrorismo e per l’omicidio del giuslavorista Massimo D’Antona, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva rassicurato: “Per noi è molto importante intervenire, questo non lo possiamo permettere.

Le va tolto: non c’è bisogno nemmeno di una legge per sbloccare questa ingiustizia“. Ma siamo proprio sicuri che si possa fare? Anche perché di tempo ne è passato… E poi erano spuntati, grazie a La Verità, anche i casi dei brigatisti Massimiliano Gaeta e Raimondo Etro.

Modifica alla legge

Nella giornata di ieri il Corriere della Sera ha anticipato i contenuti del Draft budgetary plan, cioè il documento che descrive la manovra richiesto da Bruxelles. Per quanto riguarda il Rdc, si legge che non potrà essere più incasssato “da chi è stato condannato in via definitiva per reati di mafia e terrorismo, una modifica che nasce dal caso della ex brigatista Saraceni”. Il Corriere sottolinea come sia difficile che le possa essere revocato, nonostante siano ancora in corso gli accertamenti del caso. Infatti la modifica delle regole pare non essere retroattiva.

Pasquale Tridico aveva spiegato: “I requisiti reddituali, patrimoniali e occupazionali che competono a noi ci sono”. Il presidente dell’Inps aveva precisato: “La norma prevede che non possano avere il reddito di cittadinanza coloro i quali abbiano avuto una condanna nei dieci anni precedenti, ma nel suo caso si tratta di 12 anni fa”. E in effetti tali norme restrittive andavano inserite subito, e non a cose fatte.

Che sarebbe stato complicato togliere il sussidio alla Saraceni era abbastanza evidente fin da subito, e le dichiarazioni del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ne avevano dato una dimostrazione: “Lei aveva già accesso al reddito di inclusione, per una somma pari a 461 euro mensili, prima ancora che in Italia venisse introdotto il reddito di cittadinanza, che è una misura più restrittiva nell’accesso per coloro che hanno subito condanne per delitti di particolare gravità”. Ma a fare infuriare ulteriormente è stato anche l’atteggiamente di Luigi Saraceni, che ha difeso la figlia: “Va a fare le rapine o ce ne prendiamo carico? Dobbiamo fare come i nazisti che li infornavano?”.

il giornale.it

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.