Federica Mogherini, lo sfogo: “In Italia tutti cattivi, per questo non ci torno”

Federica Mogherini non tornerà in Italia. Ce ne faremo una ragione. Qualcuno, specie nel Pd, da dove la signora proviene, stapperà pure una bottiglia di champagne. «Resterò a Bruxelles, in Italia si è deteriorata la più basilare capacità di vivere insieme, si cerca sempre il conflitto», ha dichiarato la nostra ex commissaria Ue, parodiando la favola della volpe e dell’ uva, visto che non risulta che qui qualcuno la aspetti per accoglierla a braccia aperte. Federica infatti nel Paese dei mille campanili è riuscita a metter d’ accordo tutti, perfino la sinistra, sull’ esito fallimentare del suo mandato. La sua stroncatura è l’ unico elemento di concordanza tra Renzi e Calenda, per dirne una.

Non è tutta colpa sua, anche se in buona parte sì. La Mogherini è stata Alto Commissario dell’ Unione Europea per gli Affari Esteri, per cinque anni, un ruolo molto prestigioso e remunerato meglio di una presidenza della Repubblica; ma, a parte lo stipendio, la definizione e i galloni, di elevato la funzione ha poco o nulla. L’ Alto Commissario nelle diciture ufficiali è, nella realtà, un basso portavoce: rappresenta i ministri degli Esteri dei 28 Stati dell’ Unione, che in materia si tengono stretta la propria sovranità, quindi la signora non poteva dire e fare nulla senza ottenere il consenso preventivo di tutti i componenti della pattuglia che formalmente guidava.

Di certo la commissaria non conosce la virtù della gratitudine non solo nei confronti del suo Paese, che descrive come una sorta di Siria, ma neppure per il suo benefattore, Renzi, che l’ ha tolta dall’ irrilevanza e, dopo un test di inglese e francese l’ ha spedita a Bruxelles a guadagnare circa 30mila euro al mese per un lustro, più due anni di reinserimento pagati la metà e, dai 65 anni una pensione da 4.700 euro che da queste parti, dopo la cura Fornero, nessuno della sua generazione prenderà dopo una vita di lavoro, mentre a lei sono garantiti grazie ai 5 anni di viaggi per il mondo.

ESTEROFILA
Dal primo momento nel quale ha messo piede in terra straniera la signora si è sforzata in ogni modo di nascondere le proprie origini, neanche fosse un clandestino. Non ha giocato un solo minuto per l’ Italia e l’ ha pure snobbata, preferendo concedersi a Le Monde, il Wall Street Journal o il Financial Times piuttosto che con un giornalista nostrano. La signora viene dai Parioli e dalla Sapienza ma si dà arie da Oxford ed Ecole Nationale d’ Administration.

Fatto sta che, malgrado l’ incarico, tanto diplomatica Federica non è, visto che è riuscita a bruciarsi tutti i ponti in Italia. Nonostante i tempi di pari opportunità imperanti infatti, siamo l’ unica nazione europea che aveva un commissario donna e ha provveduto a sostituirlo con un uomo. Ci sarà pure una ragione, e la ragione è lei. Il Pd non l’ ha ricandidata a Strasburgo, e l’ interessata non lo ha chiesto, temendo brutte figure nell’ urna. Malgrdo tutte le traversie del governo, nessuno si è sognato di citare il suo nome né per farla restare a Bruxelles in nostra rappresentanza né per farla tornare qui.

Il suo meglio, se così si può dire, l’ ha dato in Europa, lanciando l’ Operazione Sofia, quella che ha dichiarato guerra agli scafisti ma ha finito per riempire di profughi solo noi, prevedendo che anche le imbarcazioni straniere coinvolte facessero rotta sulle nostre coste. Ha anche messo in moto la macchina del nuovo patto di difesa Ue, il Pesco, dal quale però non sono ancora caduti frutti maturi, stante le terrificanti divisioni interne.

Di fatto, sotto la sua presidenza il Consiglio Affari Esteri è diventato un ente inutile quanto un vecchio ufficio di collocamento e incapace di prendere iniziative, come si vede per esempio sul dossier Libia, dove due Stati membri si fanno la guerra a distanza senza che l’ Unione ne venga a capo.

RINNEGATA DA TUTTI
Malgrado hotel a cinque stelle e guadagni a sei zeri, Mogherini esibisce sempre un’ espressione ingrugnita, peggio di Greta, che vagamente ricorda. Si ricordano foto sorridenti di lei solo quando ha potuto indossare il velo, in Iran, sottomettendosi disciplinatamente agli usi maschilisti del posto. La ragazzina svedese ci accusa di averle rubato il futuro, Federica in Italia il suo avvenire se l’ è fregato da sé. Non è vero che non rientra perché, senza di lei, siamo diventati cattivi. Semplicemente, dopo cinque anni a piegare la testa nelle cancellerie straniere e nei corridoi di Bruxelles, ha trovato un lavoro e uno stipendio che qui da noi nessuno le offrirebbe. Presterà la propria opera e il proprio intelletto in un think-thank, un pensatoio dove però, se sono furbi davvero, non le daranno tutti i soldi che le ha corrisposto l’ Unione Europea.

di Pietro Senaldi

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