L’amaro decennale dei grillini tra morosi, fronde e veleni

Se anche il voto sul taglio dei parlamentari, nonostante la festicciola improvvisata davanti Montecitorio, si trasforma in una consultazione interna al batticuore significa che i problemi nel M5s non mancano.

«Il tema è caldo – dice un deputato prima dell’approvazione alla Camera del ddl – stiamo a vedere di che proporzioni sarà lo strappo». Poi il sospiro di sollievo: «Dai, alla fine è andata bene, i contrari non sono stati di più di quelli che ci aspettavamo». Allo stesso modo, rischia di trasformarsi in un boomerang la kermesse Italia 5 Stelle, in programma a Napoli il prossimo weekend, sabato 12 e domenica 13 ottobre.

Gli organizzatori stanno pensando di fare le cose in grande per una celebrazione che segnerà il decennale dalla fondazione del Movimento. Sarà presente tutta la squadra dei ministri stellati, Beppe Grillo e Davide Casaleggio saranno alla Mostra d’Oltremare in entrambi le giornate. Ma si temono contestazioni da parte delle varie frange della dissidenza. Da chi non ha digerito l’alleanza con il Pd, come i firmatari della «Carta di Firenze» e, a livello locale, i 90 attivisti che hanno sottoscritto la «Carta di Catanzaro» contro l’ipotesi di una coalizione con i dem alle prossime elezioni regionali calabresi. Quasi tutti i parlamentari della regione hanno apposto il loro nome e cognome sul documento e la deputata Dalila Nesci, vicina al senatore presidente della commissione Antimafia Nicola Morra, continua a insistere per una sua candidatura alla carica di governatore. I vertici, Di Maio incluso, stanno provando a bissare la soluzione del patto civico insieme al Pd con un candidato proveniente dalla società civile.

I focolai, però, sono ai più alti livelli. Tra gli scontenti ci sono gli ex ministri e sottosegretari del governo gialloverde non riconfermati nella squadra del Conte-Bis. Ci sarebbero anche alcuni di loro tra i parlamentari «morosi», che non hanno versato il contributo per la kermesse Italia 5 Stelle di quest’anno. Al momento circa un eletto su cinque (ma secondo molti i morosi sono di più) non ha pagato l’obolo per l’organizzazione della manifestazione. Tutto ciò nonostante sia stata diminuita la cifra da accreditare al comitato per la festa grillina: dai 2mila euro dell’anno scorso ai 1.500 di questa edizione, viste le lamentele che sono arrivate da deputati e senatori per i continui versamenti da fare. A quanto sembra non ci sarebbe nulla da fare, perché molti «portavoce» non hanno nessuna intenzione di contribuire alla manifestazione e altrettanti starebbero pensando di disertarla. Altri ancora hanno versato una cifra inferiore ai 1.500 euro previsti.

Il deputato campano Cosimo Adelizzi, uno degli eletti più coinvolti nell’organizzazione, minimizza: «Pochissimi hanno versato meno del dovuto, qualcuno ha addirittura donato di più». E sempre nella giornata di ieri il M5s è stato scosso da un post su Facebook dell’ex ministra per il Sud Barbara Lezzi, che ha attaccato duramente Di Maio sulla questione calabrese: «Siamo tutti abbastanza intelligenti per capire che, avendo derogato per Cancelleri, non esiste più nessuna regola che impedisca a Dalila (Nesci, ndr) di candidarsi. A meno che non si voglia rinunciare e abbassare la bandiera del M5s per sempre».

il giornale.it

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