Decreti per tutto, non per i terremotati

Roma – Dimenticati. Da quando si è insediato il governo giallo verde nulla è cambiato per le popolazioni colpite dal terremoto del 2016 che ha devastato il centro Italia.

Ieri i cittadini sono tornati davanti a Palazzo Chigi per chiedere un decreto urgente che risponda ai loro bisogni ma per il momento Lega e M5s restano sordi. Eppure questo è l’esecutivo che più ha fatto ricorso alla decretazione d’urgenza per provvedimenti che in realtà urgenti non erano mentre in questo caso le esigenze dei terremotati messi in ginocchio dal sisma necessitano di risposte tempestive. Ma «a quasi un anno dalla nascita del governo gialloverde, nulla è cambiato per i terremotati dell’Italia centrale, sedotti in campagna elettorale e poi abbandonati sia da Luigi di Maio sia da Matteo Salvini», denuncia il senatore di Forza Italia Andrea Cangini che ha preso parte alla manifestazione indetta dai comitati dei terremotati davanti a Montecitorio. Cangini sottolinea che lo slogan «prima gli italiani» ripetutamente lanciato da Lega e M5s in realtà è appunto soltanto uno slogan mentre nei fatti il governo «non solo non ha fatto nulla, ma continua ad ignorare il problema». Cangini ricorda che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Vito Crimi «aveva annunciato un decreto» che però non ha mai visto la luce. Qualche norma, prosegue il senatore azzurro, «è stata infilata nello sblocca cantieri, ma, a dimostrazione di quanto poco la maggioranza abbia a cuore il problema di decine di migliaia di famiglie, la legge sblocca cantieri non è stata ancora calendarizzata in parlamento». Giusto quindi, conclude Cangini, che «i comitati si facciano sentire, è un dovere per la politica ascoltarli».

Eppure appena insediato il premier Giuseppe Conte si era recato di persona nei luoghi del sisma per manifestare la vicinanza del governo e soprattutto la volontà di agire. Ma gli uomini e le donne che ieri protestavano raccontano invece di un governo sostanzialmente indifferente. In piazza a protestare c’è Luigi De Santis, rappresentante della popolazione colpita di Amatrice. La cittadina fu praticamente rasa al suolo quella maledetta notte del 24 agosto 2016 quando alle 3 e 36 minuti una scossa di magnitudo 6,0 con epicentro tra Accumoli e Arquata del Tronto colpì il Centro-Italia. Accumoli, Amatrice e tanti altri piccoli comuni furono devastati: oltre 200mila gli edifici colpiti, 303 i morti.

«Hanno incrementato il cratere, da 41 comuni sono diventati 150 con una dispersione di denaro soltanto per avere dei voti. – spiega Luigi De Santis – Ma che ci facciamo dei cinema, dei centri di aggregazione se non si ricostruisce. Serviva un decreto ad hoc, invece ci hanno inserito in quello di Genova e di Ischia».

Paolo Trancassini, sindaco di Leonessa di Fratelli d’Italia annuncia che lunedì presenterà un’interrogazione urgente a Montecitorio sui costi e la gestione della struttura commissariale presieduta dal geologo Piero Farabollini.

il giornale.it

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