Donna rom. Coltiva marijuana in un bunker sotterraneo. Ma la polizia scopre anche altro.

Scoperto l’assurdo grazie ad un cavo di corrente volante che, dal palo, finiva interrato nel giardino di una villetta che ha insospettito gli agenti.

Arrivati sul posto i carabinieri hanno scoperto di tutto. Piante di marijuana, tesserini ed uniformi contraffatte della Polizia di Stato e molto altro ancora. Tutto nascosto nei terreni e nella villetta di proprietà di una donna di 26 anni di etnia Sinti.

Seguendolo, gli uomini dell’Arma si sono trovati di fronte ad una botola, al di là della quale si nascondeva un vero e proprio bunker.

Uno spazio sotterraneo di 60 mq che custodiva una serra di ultima generazione per la coltivazione intensiva di piante di marijuana, mediante l’utilizzo di sistemi di illuminazione e radiazione di calore.

Gli accertamenti sono poi proseguiti all’interno dell’abitazione della donna e anche qui le sorprese non sono mancate. In un locale ricavato nella mansarda, murato verso l’interno e accessibile solo attraverso una finestra sul tetto, era nascosta dell’altra marijuana, stavolta essiccata.

E non solo. C’era anche uno zaino contenente alcune parti di uniformi e finti tesserini di riconoscimento, sia in uso alle forze di polizia che a fantomatici “ispettori acque”, insieme a due targhe per autovettura anch’esse contraffatte.

La donna è finita in manette. A suo carico, accuse di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, ricettazione e detenzione di materiale contraffatto.

La pacchia è finita per tutti.

Fonte: Il Giornale

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