Diciotti, la bomba di Dagospia: “Perché Salvini non reagisce”. Il vergognoso ricatto giudiziario del M5s?

Come mai Matteo Salvini ha incassato (quasi) in silenzio il rinvio dei bandi di gara sulla Tav? Prima opzione: perché il vicepremier della Lega sa che in fondo si tratta di un nulla di fatto e non di una sconfitta, di un modo scaltro (peraltro suggerito da un suo stesso strettissimo collaboratore, il sottosegretario Armando Siri) per scansare l’Armageddon con i grillini contrari all’Alta velocità e rimandare lo scontro tra qualche mese. 

Seconda lettura, molto più maliziosa, da Dagospia: “Incassato il primo calcio in c*** da Di Maio – scrive beffardo il sito fondato da Roberto D’Agostino – che fa Salvini? Niente. È costretto a rinviare la resa dei conti a dopo le europee per un semplice motivo che si chiama caso Diciotti“. A fine marzo il leader leghista dovrà affrontare il voto del Senato sull’autorizzazione a procedere richiesta dal Tribunale di Catania e “se il Movimento 5 Stelle dovesse mollarlo al suo destino (possibilità che si sarebbe concretizzata nel caso di un sì alla Tav) non è detto che Salvini non ne esca con le ossa rotte”. Che è un po’ l’interpretazione del direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio, uno che di imboscate giudiziarie se ne intende.

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