Lega e centrodestra su ma Zingaretti vale solo l’1.3% di consensi

L’effetto primarie c’è stato, l’effetto Zingaretti un po’ meno. Il neo segretario nazionale forse doveva puntare più su Montalbano, rispetto al sogno del risveglio “idealcomunitario”

La mobilitazione dei democratici e la svolta con il Presidente della Regione vale, complessivamente, l’1.3%. Prevedibile ma c’era chi pensava fosse un po’ più consistente visto anche il numero elevato degli elettori delle primarie ed il dibattito mediatico sviluppatosi in queste settimane dopo mesi che non emergeva, da casa Pd, nulla di nuovo rispetto alle recriminazioni contro il governo Conte. Recriminazioni che avrebbero potuto accendere i cuori a sinistra se i democratici non avessero governato per cinque anni, sino al 4 Marzo 2018, ed al netto dei governi Monti e co dal 2011 al 2013.


Il dato che affiora è il nuovo sorpasso del centrosinistra sui pentastellati fermi al 22.1% con un ulteriore decremento dello 0.5% rispetto a 7 giorni fa. Seppur il Pd ancora sotto il grillismo per un 2.3%, i pentastellati non avrebbero scampo se ci fosse un’unita della coalizione capitanata dai democratici. 
+ Europa al 3% e Mdp-Sinistra Italiana al 2.4, sommati all’1.1 dei Verdi, farebbero un complessivo 6.5% che in un altro Paese, addizionato al dato del Pd, genererebbe la seconda coalizione d’Italia con il 26.3%, ma difficilmente sarà così. Che qualcuno speri ad una somma matematica tra Gigino e Montalbano (22.1 + 19.8 = 41.9%) per insidiare il centrodestra può starci, che ciò avverrà un po’ meno e che possa bastare anche . Così come per molti il 46% del centrodestra (Lega al 33.4%, Fratelli d’Italia al 4.4 e Forza Italia all’8.8%) potrà esserci solo in periferia, in onor del contratto tra Salvini e Cinque Stelle, non è peregrino perlomeno sino al 26 Maggio, il dopo lo si vedrà…Cosa dovrà fare però la ditta Di Maio-Di Battista? Per gli elettori non sono errate le volontà del primo pur se snaturerebbero lo spirito e la passione del popolo del “Vaffa Day” ma accontenterebbero lo spirito di rivalsa dei militanti dopo le cocenti sconfitte. Se i numeri del sondaggio Swg non lasciano dubbi su quanto potrebbe accadere il prossimo 26 Maggio, ancor più certi sarebbero gli animatori della piattaforma Rousseau. Alla domanda: il capo politico del Movimento Cinque Stelle ha proposto alcune modifiche all’organizzazione interna. Per ciascuna di queste proposte indichi quella che ritiene più valida. Il 74% vede utile una struttura centralizzata e gerarchica con funzioni di guida e coordinamento del partito; il 71% possibili alleanze con liste civiche in occasione di elezioni locali ed il 65% è per l’eliminazione del vincolo del doppio mandato per chi è stato consigliere comunale. Novità che farebbero bene per i militanti ma che potrebbero far tornare al mare, od a sinistra, coloro che hanno scelto i grillini per non andarci (al mare) o per un malumore generalizzato. Tali cambiamenti potrebbero trasformare un partito da “rivoluzionario e populista” ad una copia degli altri e gli elettori spesso, alle copie, preferiscono l’originale pur se questo, il tradizionale partito, ha indotto all’uso del Malox italico.

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