Processo a Salvini, il veleno di De Falco, cosa arriva a contestare

“La domanda agli iscritti 5 stelle sulla piattaforma Rousseau è fuorviante. E induce a errori“. Il capitano Gregorio De Falco, espulso dai pentastellati, avverte che c’è la concreta possibilità che molti elettori chiamati a votare sull’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il caso Diciotti, possano sbagliare perché il quesito è posto in modo ambiguo.

Di più, secondo De Falco il voto su Rousseau è illegittimo: “Il vincolo che hanno i parlamentari 5 Stelle è sul programma, non su quello che emerge dal voto online. Non dimentichiamo che Rousseau serviva per dare indicazioni su questioni interne al Movimento…”, spiega in una intervista a Il Giorno.

“Il primo errore è enorme: si parla di ritardo dello sbarco della Diciotti. Ma stiamo scherzando? Non è stato un ritardo per impedimento, ma un divieto. È ridicolo non scriverlo”, attacca il capitano. “Anche quando viene citato il regolamento di Dublino in cui si spiega che il governo stava trattando con l’Ue e, per questo, non autorizzava lo sbarco, c’è un altro errore: i migranti erano già in Italia”.

Altro aspetto “controverso” è la cosiddetta collegialità della decisione di negare lo sbarco dei migranti della Diciotti: “Basta andare a leggere i giornali di quel periodo per rendersi conto che Toninelli e Salvini non la pensavano allo stesso modo. Ma se anche fosse stata condivisa la linea politica ciò non esime Salvini da responsabilità”. E affonda: “Se si fa passare l’idea che il governo qualunque cosa faccia sia sempre legittimato, beh allora ci troviamo di fronte a un precedente micidiale”. Lui di certo voterà per l’autorizzazione a procedere: “Ho studiato le carte. Gli iscritti M5s si baseranno sui dettami della piattaforma”.

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