Vauro non cambia linea: “Rivendico la mia firma sull’appello per Battisti”

Vauro Senesi non fa un passo indietro nemmeno dopo l’arresto di Cesare Battisti e rivendica ancora una volta l’appello firmato qualche anno fa, nel 2004 per l’ex terrorista dei Pac.

Con un intervento sul sito del Fatto, secondo quanto riporta l’Adnkronos, Vauro spiega i motivi di quella scelta che probabilmente rifarebbe: “Mi assumo tutta la responsabilità politica e morale della mia firma sotto l’appello per Cesare Battisti del 2004. In realtà fu una persona, della quale non farò il nome, ad apporla per me, dando per scontata una mia adesione. Avrei dovuto ritirarla al tempo e non lo feci per colpevole superficialità e malinteso senso di amicizia. Non l’ho fatto nemmeno successivamente, quando scoppiarono le polemiche, perché un ritiro tardivo mi appariva e mi appare come un atto ipocrita volto a scaricare le responsabilità personali di cui sopra”. Poi parla di Battisti e spiega ancora i motivi che l’hanno spinto a firmare quell’appello: “esare Battisti – scrive il vignettista – è un fantasma che viene da anni orribili, anni di piombo e di stragi, anni di connivenze criminali tra parti dello stato terrorismo e mafia. Anni nei quali in Italia il confine tra Giustizia e vendetta politica era divenuto labile ed ambiguo, tanto da giustificare la cosiddetta ‘Dottrina Mitterrand’ in base alla quale la Francia negò l’estradizione di Battisti. Anni che sono stati rimossi e mai analizzati”.

Infine parla del Battisti di oggi che molto probabilmente finirà (giustamente) in un carcere italiano: attisti è un fantasma che oggi si reincarna in manette. Altri fantasmi di quella epoca tragica restano evanescenti ed impuniti… Piazza Fontana, Piazza della Loggia a Brescia fino alle stragi mafiose del ’92-’93, fantasmi che si nascondono tra la polvere degli archivi dei palazzi del potere, tra segreti mai svelati, connivenze forse mai sciolte. Battisti andrà in carcere come è giusto che sia se ha commesso fatti di sangue ma Giustizia sarà davvero fatta solo quando quella polvere sarà spazzata via, quei segreti svelati, quelle connivenze recise. Quando finalmente questo Paese deciderà di fare i conti con la propria storia”.

il giornale.it


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