Ancona, la casa nigeriana degli orrori: “Droga, video hard e degrado”

Arrivano altri racconti sulla casa degli orrori di Ancona, che contribuiscono, se possibile, a rendere il quadro ancora più inquietante.

Non ci sarebbe stata solo Elisa, bensì numerose altre ragazze, disposte a vendersi per ricevere in cambio dosi di droga. Alcune di esse venivano persuase addirittura a girare veri e propri video a luci rosse, ripresi da alcuni nigeriani coi loro smartphone. Una situazione che non stupisce i residenti che vivono nei pressi dello stabile di via Giambattista Pergolesi al numero 32, testimoni del continuo viavai di persone ad ogni ora del giorno e della notte.

Alcune testimonianze scioccanti sono state portate alla luce sulle pagine de “Il Resto del Carlino”, dove alcuni hanno voluto raccontare le scene di quotidiano degrado a cui erano costretti ad assistere. “La mia casa è a due passi da quella dove l’altro giorno è intervenuta la polizia. Vivo qui da oltre cinquant’anni, conosco tutti e ho visto cambiare questo quartiere nel corso degli anni. Si parla di quella ragazza trovata dentro casa, ma sia chiaro, di ragazzine, anche più giovani di quella, su quella scala che conduce all’appartamento ne ho viste tante, troppe. Lì dentro non c’andavano per caso, ogni volta che uscivano le vedevo confuse, barcollanti. Non oso immaginare cosa accadesse in quella casa”.

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Lo stesso uomo aggiunge poi ulteriori dettagli alla vicenda, ancora tutti da confermare in sede d’indagine ovviamente, ma in grado di gettare ulteriori ombre su una vicenda di per sé già decisamente torbida. “Premetto che non ho le prove concrete di questa cosa, ma mi baso su quanto raccolto dalla gente qui nel corso degli ultimi mesi, forse un anno. Si tratta di voci certo, ciò di cui il nigeriano arrestato quasi si vantava. In pratica avrebbe spinto alcune di queste ragazze a girare brevi video a luci rosse, con scene esplicite. Pare le convincesse regalando dosi di droga, ma anche facendole credere che avrebbero potuto fare soldi divulgando quei filmati.”

Evidente il degrado di questa zona di Ancona, e se possibile ancora più evidente quello di cui era pregna la casa in cui vivevano gli africani. Dieci uomini di nazionalità nigeriana, tutti clandestini, conducevano la loro esistenza ed i loro sporchi traffici in un ambiente abbandonato e pieno di escrementi. A dar la misura del lento ma inevitabile declino del quartiere le parole di un secondo testimone, residente da anni nella zona. “Di cose assurde in questo quartiere ne succedono tante ormai. Prima non era così, negli ultimi quindici, venti anni è andato tutto in malora. Una volta si viveva bene qui, mi creda, non c’erano problemi. Adesso viviamo in un’area fortemente degradata, dove lo spaccio di sostanze impera. Ci sono episodi di overdose, tra soccorsi dei sanitari e blitz delle forze dell’ordine. Ricordo ancora la morte di quella ragazza il giorno di capodanno di alcuni anni fa. Vivere così non è più possibile”.

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Un vero e proprio grido d’allarme, che da anni viene elevato dagli abitanti del posto, ma che resta inascoltato, nonostante esista un piano Erap per l’area di via Pergolesi e via Marchetti, non ancora attuato. Era uno dei progetti che facevano parte del “Bando delle Periferie”, riguardante la zona delle cosiddette “Casette antisismiche” di Ancona. Il secondo testimone, che vive in una delle casette, non dispera che la situazione possa finalmente migliorare, sempre che il piano venga attuato e rispettato. “Spero che il progetto possa presto essere applicato. C’è bisogno di pulizia, ma soprattutto di fare un censimento di chi vive dentro queste case.”

IL GIORNALE.IT

 

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