In Assia nuovo flop Cdu e Spd. Il governo Merkel ora traballa

Berlino Anche l’Assia assesta un sonoro ceffone al partito cristiano democratico (Cdu) di Angela Merkel e ai suoi alleati socialdemocratici (Spd).

Secondo le prime proiezioni, ciascuno dei due partiti uniti a Berlino in grande coalizione ha perso l’11% dei voti nel Land con Francoforte. Volano invece Verdi che passano dall’11,1% a quasi il 20%. Il Landtag di Wiesbaden si annuncia dunque più frammentato: oltre agli ecologisti, gli elettori hanno premiato Alternative für Deutschland che proprio dall’Assia aveva iniziato la sua corsa elettorale nel 2013 con un programma strettamente euroscettico. Allora raccolse il 4,1% dei consensi: troppo poco per superare la soglia di sbarramento del 5%. Ieri sera le proiezioni davano AfD, oggi formazione populista e xenofoba, al 12,8. Con il voto di ieri, AfD ha completato la sua battaglia elettorale a livello regionale, entrando nel sedicesimo Landtag tedesco sui 16 esistenti.

Guadagnano poi consensi anche i Liberali (Fdp) che passano al 7,8% dal 5% così come migliorano i socialcomunisti (Linke) dal 5,2 al 6,4%. Benché anticipato dai sondaggi, il crollo di Cdu e di Spd in Assia resta straordinario. Notevole è come gli elettori abbiano voltato le spalle tanto alla formazione al governo a Wiesbaden (la Cdu) come al principale partito di opposizione (la Spd). La consultazione dei quasi 4,4 milioni di elettori in Assia assume dunque un significato separato dal giudizio sulla performance dell’esecutivo regionale. Lo conferma anche la circostanza che il governatore uscente Volker Bouffier (Cdu) è stato pesantemente punito dagli elettori mentre il suo alleato tedesco-yemenita Tarek al-Wazir del partito ecologista ha quasi raddoppiato la delegazione verde al Parlamento il che comunque non gli basterà per candidarsi alla guida del governo regionale.

Le notizie in arrivo da Wiesbaden non sono buone per Angela Merkel. Certo, la sua Cdu resta il partito di maggioranza relativa in Assia ma il Land è difficilmente governabile. Cdu e Verdi avrebbero appena 56 seggi su 110. Il calo della Spd, poi, è tale che né il raddoppio dei Verdi né la crescita della Linke permetterebbero di mettere in piedi un’alleanza rosso-rosso-verde.

«Quello di oggi è un risultato doloroso per la Cdu», ha dichiarato la segreteria generale del partito Annegret Kramp-Karrenbauer, «ma almeno abbiamo impedito il governo delle sinistre». Magra consolazione visto che lo stesso si può dire per la grosse Koalition. I tedeschi hanno così chiaramente espresso la propria insoddisfazione per le larghe intese da renderle numericamente quasi impraticabili in Assia. È proprio l’inarrestabile perdita di consensi da parte dei socialdemocratici a preoccupare la cancelliera. Lo scorso marzo la Spd ha accettato di sostenere il governo federale solo per senso di responsabilità: i negoziati per una coalizione Giamaica fra Cdu, Verdi e Liberali erano appena falliti e la Germania aveva bisogno di un governo. Molti nella base socialdemocratica avevano però espresso la loro contrarietà spiegando che le larghe intese portano male al più antico fra i partiti tedeschi e avevano ragione. La presidente della Spd, Andrea Nahles, si era molto impegnata per convincere i compagni socialdemocratici a governare ancora con la cancelliera, ma ieri sembrava pentita. La politica federale ha molto contribuito al pessimo risultato della Spd il peggiore dal 1946 e «lo stato del governo federale è inaccettabile», ha dichiarato minacciando sfaceli. La prossima sfida per Angela Merkel è quella di riuscire a imporsi come presidente della Cdu al congresso del partito in programma il 7 e 8 dicembre ad Amburgo. Un progetto difficile ma non impossibile se la cancelliera comincerà a parlare più apertamente di successione. Il rischio adesso è che la Spd esca dalla grande coalizione, abbandonando Angela Merkel al proprio destino.

IL GIORNALE.IT

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