Torino, gli studenti in rivolta bruciano i manichini di Salvini e Di Maio

Giornata di manifestazioni studentesche quella di oggi, che ha accomunato numerose città dello Stivale, a partire da Torino e Monza fino ad arrivare a Palermo e Catania, passando per Roma e Napoli. Anche se è proprio nella città della Mole che si sono registrate le immagini più forti.

Una protesta che, come accaduto qualche giorno fa a Milano, affonda le sue radici nel malessere di un impianto scolastico lasciato a dir poco allo sbando dalle precedenti esperienze di governo, ma che si apre poi verso tematiche che nulla hanno a che spartire col sopra citato contesto.

Il passo è breve dai problemi legati alla qualità dell’istruzione ed ai costi insostenibili sia nelle scuole che a livello universitario, fino alle pesanti critiche relative ancora una volta alle politiche nazionali sulla questione immigrazione e accoglienza.

“Oggi siamo in piazza perché subiamo l’ingiustizia quotidiana di costi economici insostenibili per studiare. La manovra finanziaria annunciata dal governo ignora i problemi degli studenti, non prevede maggiori risorse per il diritto allo studio né per la qualità della formazione o per la ricerca. Da Nord a Sud, saremo in stato di agitazione permanente nelle scuole e nelle università finché non avremo risposte risposte concrete dal governo nazionale mentre ad oggi Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche”. Queste le parole del coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza Giacomo Cossu, riportate da Ansa.it.

Ma è proprio a Torino che i circa 200 partecipanti hanno cercato di attirare maggiormente l’attenzione su di sé con gesti plateali (guarda le foto). Nel corteo sono infatti comparsi manichini raffiguranti Luigi Di Maio e Matteo Salvini, dati alle fiamme dinanzi agli uffici della prefettura, dove si stanno ora concentrando le proteste.

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Roma, dinanzi al Miur, in corso Vittorio, i giovani hanno invece bruciato una telecamera realizzata in cartone e collocata su dei mattoni. “I mattoni sono quelli che rischiano di caderci in testa tutti i giorni. Le telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per controllarci.”, spiegano gli studenti su Facebook, come riportato da “Corriere.it”.

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Numerosi gli striscioni ed i cartelli contro il governo, come “Una scuola sicura è antirazzista e antifascista” o “Lega Salvini e lascialo legato”. Nella piazza Castello, inoltre, sono state affisse su dei lampioni alcune immagini dei vicepremier, poi imbrattate di vernice rossa, a simboleggiare le morti in mare che vengono loro imputate per le politiche sull’immigrazione tanto contestate nei cortei.

“Il corteo termina a Palazzo Nuovo in assemblea, oggi abbiamo dimostrato che nessuno ci può fermare, ci siamo ripresi i nostri spazi contro un governo repressivo e le sue politiche di discriminazione. Daje regà ci vediamo nelle piazze e nelle strade!”, è il commento trionfante su Facebook del Kollettivo Studenti Autorganizzati (Ksa) di Torino, protagonista nell’organizzazione della protesta.

il giornale.it

 

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