La suora che adora i tatuaggi: “Se ho peccato andrò dal vescovo”

All’inizio c’era suor Paola, tifosa della Lazio nel salotto di Quelli che il calcio. Poi suor Cristina, con la passione per la musica e trasformata da X Factor in una cantante di successo.

E ora una suora – anonima – con l’amore per i tatuaggiLa storia è raccontata dal Corriere Adriatico. Protagonista una “sorella” di circa 40 anni che, di recente, si è rivolta a un celebre tatuatore di Ancona per farsi disegnare sulla pelle alcuni simboli della sua devozione al Signore. “Se è un peccato andrò a confessarmi”.

Croci, angeli e volti che richiamano il cattolicesimo. Sono i disegni che negli ultimi due anni hanno cominciato a comparire sulla pelle di una suora di mezza età di Ancona. Alt, niente miracoli. Questi simboli religiosi non sono comparsi da soli, ma scolpiti sulla pelle con l’inchiostro grazie al paziente lavoro di un artista dei tattoo. Corrado Cingolani, titolare di un’attività di piercing e tatuaggi, pur mantenendo il segreto professionale sull’identità della “sorella” ha raccontato tutta la vicenda al Corriere Adriatico.

In due anni la donna si è fatta incidere cinque tatuaggi. Tutti – eccetto uno – legati alla sua missione spirituale: simboli sacri, croci e angeli in bianco e nero, niente di particolarmente vistoso. Chissà la sorpresa del tatuatore nel vedersi entrare in negozio una suora. Lui che – spiega senza problemi – è un anticlericale convinto. Quello che doveva essere l’unico tatuaggio della suora si è trasformato nel primo di una lunga serie. Tra l’altro, l’arte del tattoo è un qualcosa che ha a che fare con la cultura cristiana. Si pensi ai disegni che i cristiani dell’Antica Roma si facevano fare sulla pelle come testimonianza visiva della loro fede.

La suora, che ha voluto mantenere l’anonimato, ha raccontato di essersi sottoposta in tutto a cinque tatuaggi per rimarcare la propria devozione. Viene spontaneo chiedersi se gli uomini e le donne di Chiesa siano autorizzati a farlo. La diretta interessata ha risposto: “Non credo di avere commesso peccato: nel caso andrò dal vescovo a confessarmi“.

IL GIORNALE.IT

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