Kyenge a processo per diffamazione: l’appello dei “buonisti” sul The Guardian

Cècile Kyenge riceve attestati di solidarietà da mezza Europa, nonostante i paesi della parte settentrionale del continente si stiano preparando ad innalzare le barricate per filtrare un afflusso di migranti ritenuto eccessivo.

La lettera di solidarietà per l’ex ministro è stata pubblicata sulle pagine del “The Guardian”, ed è firmata da 40 politici europei. Piena la solidarietà per la Kyenge, che dovrà difendersi in tribunale a Piacenza dall’accusa di diffamazione per aver definito la Lega un partito “razzista”.

Alcuni stralci del testo sono riportati da “EuropaToday”. In essi, il sostegno per la donna originaria di Kambove diventa il punto di partenza per esprimere grande preoccupazione relativamente al dilagare dei nazionalismi in tutto il continente. “Sosteniamo pienamente Cécile e siamo dalla sua parte nella lotta contro il razzismo, la xenofobia e le altre forme d’intolleranza.”

L’esponente del Pd aveva dato l’appellativo “razzista” alla Lega dopo che Roberto Calderolil’aveva definita “orango” e dopo la pubblicazione di un suo fotomontaggio con la testa di una scimmia da parte del consigliere regionale del carroccio Fabio Ranieri. Quest’ultimo è già stato condannato dal tribunale di Roma ad 1 anno e 3 mesi per il reato di diffamazione con l’aggravante dell’odio razziale, mentre la Kyenge attende ancora di conoscere l’esito del giudizio relativo alla sua calunnia.

“L’immagine pubblicata sui social media è solo una delle tante intimidazioni da parte di politici e attivisti della Lega che Cécile ha dovuto affrontare.”, sostengono i firmatari in riferimento al sopra citato fotomontaggio, comunque già sanzionato dai giudici.

“Vogliamo anche esprimere la nostra preoccupazione per ciò che rappresenta il caso di Cécile come parte di un problema più ampio in Europa. Dove stiamo assistendo all’ascesa dei partiti populisti e di estrema destra alla guida di governi che promuovono la loro agenda nazionalista e disseminano paura e odio conto le minoranze.” L’attacco a Salvini diventa poi una ovvia conseguenza, a causa della famosa replica fornita a Jean Asselborn, responsabile degli esteri e degli affari europei del Lussemburgo. “In Italia abbiamo l’esigenza di fare figli non di avere nuovi schiavi per soppiantare i figli che non facciamo più.”

Tra i firmatari i laburisti britannici, oltre a politici di Germania, Paesi Bassi, Ungheria, Polonia, Belgio e Svezia.

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