Prosegue l’ondata degli sbarchi fantasma sulle coste siciliane con la nuova trovata degli scafisti

Abbiamo affrontato nei giorni scorsi il fenomeno degli sbarchi fantasma, allorquando ben 184 migranti sono sbarcati a Lampedusa divisi in 7 piccole barche.

È la nuova strategia degli scafisti che si sono resi conto che il vecchio modus operandi è impraticabile. Infatti i provvedimenti del Ministro Salvini hanno liberato il Mediterraneo dalle Ong compiacenti con i trafficanti di esseri umani.

Tolte le grandi navi, rimangono quelle piccole, di legno, con un motore fuoribordo potente per raggiungere le coste siciliane passando inosservati. Ed è quello che è successo ancora una volta sulle coste dell’agrigentino.

Lo denuncia l’associazione Mare Amico, diffondendo un filmato girato da uno dei bagnanti che stamattina si trovavano sul lido siciliano. Sul posto sono intervenuti i carabinieri ma, denuncia l’associazione, non si conosce il numero dei migranti presenti a bordo della piccola barca a motore, né la loro provenienza.

«Non sappiamo nulla dei migranti perché i carabinieri di Siculiana ci hanno fermati, identificati e allontanati dal luogo dello sbarco, ledendo un diritto fondamentale, quello di informare i cittadini su ciò che sta accadendo», attaccano gli attivisti.

Il mezzo usato dai migranti per raggiungere le coste dell’agrigentino è simile ai barchini provenienti dalla Tunisia e arrivati nei giorni scorsi a Lampedusa, con a bordo 184 immigrati. Per il gruppo sbarcato sabato scorso sull’isola delle Pelagie il Viminale aveva annunciato il rimpatrio immediato, proprio a partire dalla giornata di oggi.

Dal primo gennaio 2018 al 9 settembre, fa sapere il ministero dell’Interno i migranti tunisini irregolari sono stati 3.515 di cui 1.812 allontanati e 1.703 non rimpatriati. Sulla questione era intervenuto personalmente anche il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, promettendo «misure efficaci, rapide e innovative» per risolvere il problema degli ultimi sbarchi dalla Tunisia“.

Siamo certi che – così come già fatto con le Ong e i grandi barconi – sarà trovata una soluzione anche a questo fenomeno.

Fonte: Il Giornale

 

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