Elezioni in Svezia, primi exit poll: boom dell’estrema destra anti-migranti che sfiora il 20%. Sinistra crolla al 25%

Elezioni in Svezia, arrivano buoni segnali di cambiamento dai primi exit poll: l’ex partito neonazista ora guidato da Jimmy Akesson, sfiora il 20%, mentre il partito socialdemocratico che ha distrutto la Svezia crolla sotto il 25%. Gli svedesi con queste elezioni hanno la possibilità di cambiare e ripulire il Paese da islamici e immigrati, prima che diventi un califfato islamico.

I primi exit poll del voto svedese vedono l’ultra destra sovranista, anti-immigrati e euroscettica dei Democratici svedesi di Jimmie Akesson sarebbe il secondo partito del Paese con un risultato ben oltre il 19 per cento. Un deciso, e molto atteso, passo avanti rispetto a quello già raggiunto nel 2014 quando Akesson trascinò il suo partito dal 6 al 13 per cento. I social democratici sono comunque la prima forza politica ma con un risultato delle urne che li vede sotto al 25 per cento delle preferenze.

Le operazioni di voto sono iniziate questa mattina alle 8 sotto un sole caldissimo, con le urne aperte nella capitale e in tutto il Paese per quelle che già alla vigilia si prospettavano come elezioni storiche. Oggi, 7,5 milioni di svedesi sono stati chiamati a decidere se “tradire” la tradizione socialdemocratica e virare verso l’ultra-destra o, meno probabilmente, mantenere lo status quo.

In una campagna dominata dall’immigrazione, dall’integrazione, dalla criminalità, dall’assistenza sanitaria e dall’educazione, i Democratici svedesi hanno insistito senza sosta sul loro messaggio principale: i 400.000 richiedenti asilo che la Svezia ha accolto dal 2012 hanno distrutto il generoso stato sociale del Paese.

L’unica certezza, per ora, è che qualsiasi sia l’esito del voto, la Svezia si deve preparare a un futuro di incertezza politica, con la prospettiva di un processo lungo e complicato per formare il nuovo governo. Con nessun blocco in chiaro vantaggio per ottenere la maggioranza del Riksdag (in totale 349 seggi), sarà necessaria una qualche forma di cooperazione tra conservatori e sinistre, con un appoggio esterno con l’ultra destra populista. Ipotesi mai verificatasi prima in Svezia.

Con fonte La Stampa

 

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