Boom di pensionati in fuga. L’Italia? È roba da ricchi

In passato c’è stato il boom dei «cervelli in fuga». Ora c’è il boom dei «pensionati in fuga».

Di quelli che mollano casa, figli e nipotini e si imbarcano su un volo low cost per Tenerife, Lisbona, Hammamet. O per Marrakech, in Marocco, dove la comunità tricolore è cresciuta del 149% negli ultimi sette anni. L’attrazione per il fascino africano conta, certo, ma anche la tassazione di solo il 50% della pensione e il costo della vita più che dimezzato rispetto al Belpaese. Qualche esempio. Una corsa media di un taxi costa 3 euro, il biglietto del bus 30 centesimi, una cena dieci, l’affitto di una casa di 80metri quadri al centro di Marrakech trecento, una domestica per tre volte la settimana 150 euro. Gas e luce per due, 30 euro e la spesa, quella costa quasi nulla rispetto agli alimentari italiani. Anche la Thailandia registra un incremento di pensionati del 107,7%. Del resto, in quel paradiso naturale, con 38mila euro si può acquistare una villetta monofamiliare vicina alla spiaggia e per comprarsi una camicia o un paio di pantaloni non si spendono più di 5 euro. La bolletta media supera di poco i 10 euro, il costo di una baguette è di 0,50 centesimi e quello di un litro di benzina è fermo sulla soglia degli 0,80 centesimi di euro.

Non c’è da sorprendersi dunque se, da un’analisi dell’Ue delle cooperative Uecoop su dati Aire, emerge che Marocco e Thailandia contano insieme quasi 10mila espatriati. Anche Malta può sfoderare una comunità di oltre 4500 italiani più che triplicata rispetto a 7 anni fa, mentre il Portogallo, con oltre 6500 persone, ha registrato una crescita del 61,7%. In 5200 hanno scelto invece la Tunisia, raddoppiati rispetto a 7 anni fa, in 10.700 hanno puntato sui Caraibi: 2 su 3 a Santo Domingo e il resto a Cuba con un aumento rispettivamente del 48% e del 77%. Sono un piccolo esercito, formato da temerari della terza età, che tagliano le radici per necessità, esasperazione o rabbia. E come dar loro torto. In Italia la pressione fiscale sulle pensioni oscilla dal 23 al 40% e una rendita di 20mila euro lordi paga il 21% di tasse contro lo 0,2% della Germania.

All’Inps li chiamano gli «emigrati previdenziali». Sono circa 370mila gli over 65 che ricevono e spendono la propria pensione all’estero. In parte si tratta di stranieri rientrati nei paesi d’origine ma ci sono anche migliaia di italiani che hanno scelto di sfruttare le agevolazioni fiscali. Il vantaggio in questi paesi è in media del 5% e il costo della vita è allettante. Come in Portogallo dove non si pagano tasse per un lungo periodo, e si può affittare una casa in centro a Lisbona a prezzi quattro volte più bassi di quelli di Roma. Marina, pensionata italiana, paga bollette di luce e gas da 21 euro, ha l’assistenza sanitaria gratuita, con cure e medicinali mentre il ticket per uno specialista è di 10 euro. «La spesa costa la metà della metà che in Italia». La sua pensione di 1200 euro se la gode tutta perché ai residenti non abituali è riconosciuta l’esenzione di imposta per 10 anni. Alida ha scelto Hammamet per vivere: luce e gas costano 15 euro e le triglie al mercato 3 euro al chilo. Mario aggiunge che in Tunisia, dove c’è la riduzione dell’80% della pensione tassabile, spende il 40% in meno che in Italia. Ciro vive invece a Rased a 10 chilometri dalla capitale, in una villa a schiera con prato all’inglese, terrazzo e patio. «Pago 260 euro al mese di affitto. Qui mangio con 7-8 euro. Io ho il pacemaker e devo tenermi sotto controllo. Potrei accedere agli ospedali pubblici, ma mi sono fatto visitare da un primario pagando 50 dinari, ovvero 25 euro».

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