Commenti: 0 Carabinieri da Salvini Matteo attacca i Pm e ora il governo trema

Roma – Non sono le 18 quando i carabinieri arrivano al Viminale, per consegnare al ministro dell’Interno una busta gialla della procura di Palermo.

Matteo Salvini l’apre in diretta Facebook, in un’atmosfera da thriller: «Sono indagato», annuncia teatralmente. Il reato è sequestro di persona aggravato, per i migranti bloccati sulla nave Diciotti. E il leader leghista precisa subito: «Lo rifarei, interrogatemi domani». Prevede che sia possibile una condanna ad almeno 15 anni. E fa il confronto tra se stesso e i giudici: «Qui c’è la certificazione che un organo dello Stato indaga un altro organo dello Stato, con la piccolissima differenza che questo organo dello Stato, pieno di difetti e di limiti, per carità, è stato eletto, altri non sono eletti da nessuno». Poi attacca le correnti di sinistra e di destra nella magistratura. Dichiarazioni che creano un terremoto dentro il governo. Prima arrivano le parole del Guardasigilli, Anfonso Bonafede: «Il ministro può ritenere che un magistrato sbagli, ma rievocare toghe di destra e di sinistra è fuori dal tempo». Poi la sonora stroncatura del vicepremier, Luigi Di Maio, su La 7: «Di certo non si può dare sostegno alle accuse ai magistrati. Non è giusto che non si rispetti la magistratura».

Ma sembra che i magistrati lavorino per fornire carburante alla macchina leghista e lui. Prima il sequestro di 49 milioni del Carroccio da Genova, poi l’avviso di garanzia da Palermo, che chiede indagini al tribunale dei ministri. La notizia era nota da tempo, ma la scena creata sui social è manna per la comunicazione salviniana. Infatti il leader ringrazia i pm: «Mi date solo più forza». La lettera se la vuole appendere in ufficio, «come una medaglietta». Il vicepremier offre il petto nudo all’attacco politico e lo trasforma in boomerang. Assicura: «Non mollo di un millimetro. La sua dimostrazione muscolare, piena di rabbia e di sfida, infiamma il web, con i fans impazziti. «Sicuramente – dice Salvini – adesso Renzi, la Boldrini, Gad Lerner, Chef Rubio, la Mannoia, tutti questi fenomeni diranno: Finalmente. Invece penso che la stragrande maggioranza degli italiani perbene abbia qualche perplessità». Mette in fila gli attacchi giudiziari: «E l’accusa di sequestro di persona, e l’abuso d’ufficio, e il sequestro dei conti… Mi sembra si stia esagerando. È evidente che qualcuno non si rassegna al fatto che Salvini sia al governo». Il processo di Genova alla Lega gli ricorda «quando in Turchia a un partito fu sequestrato tutto il patrimonio prima ancora della condanna e poi la stessa magistratura fu costretta a restituirglielo». Salvini stavolta non invoca apertamente l’intervento del capo dello Stato, ma avverte: «C’è un garante della Costituzione che deve far rispettare i diritti politici di 60 milioni di italiani. Se sembra normale che quello che viene dato come il primo partito italiano sia messo fuori legge, per me sta bene».

Gli risponde il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, e i suoi toni sono durissimi, così come la corrente di sinistra Magistratura democratica (quella del pm di Agrigento Patronaggio, che ha preso l’iniziativa), a replicare: «Affermazioni inaccettabili e intimidatorie». Salvini, sempre in diretta Fb, attacca proprio le correnti delle toghe, dice di non capire i «giudici che si proclamano di sinistra, come li capirei poco se si proclamassero di destra, e in base a questa loro cultura politica e partitica emettono giudizi e sentenze. Le correnti della magistratura di sinistra, di destra, non hanno senso».

IL GIORNALE.IT

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