Il retroscena sulla morte di Luciani: “Voleva denunciare i gesuiti”

Denunciare “l’ala deviata” dei gesuiti: questa sarebbe stata l’intenzione di Papa Luciani.

Una tra le ultime, stando a quanto raccontato dal professor Francesco Agnoli sulle pagine de La Verità, espressa prima di morire.

La narrazione è stata in qualche modo correlata al cosiddetto “dossier Viganò”, quello nel quale l’ex nunzio apostolico degli Stati Uniti ha accusato Papa Francesco di non aver fatto nulla nei confronti di Thedore McCarrick, nonostante fosse a conoscenza dei suoi comportamenti e abusi. Il documento, tuttavia, presenterebbe delle incogruenze e il cardinale statunitense, come i lettori ricorderanno, è stato però ‘scardinalato’ proprio da Bergoglio.

Fatto sta che il giornalista, collegando questa vicenda ad alcune presunte rivelazioni contenute nel memoriale composto da undici pagine, ha ricordato come Giovanni Paolo I, l’ultimo papa italiano, avesse espresso la volontà di porre un freno alle novità dottrinali apportate dai gesuiti in materia di dottrina morale. Specie quelle promosse da quel correntone che ha svolto un ruolo di sdoganamento tematico all’interno della Chiesa cattolica durante il 68′.

Il punto, sottolineato anche da monsignor Viganò, è questo: molti ecclesiastici appartenenti a quell’ala, che è considerata ultraprogressista, durante i giorni nostri, sono stati creati cardinali. Elevazioni avvenute durante il pontificato di Papa Francesco. Come se una certa sinistra, insomma, avesse preso il sopravvento successivamente all’ultimo Conclave. Il primo nome citato, però, è quello di Vincent O’Keefe: “Un gesuita, morto il 22 luglio del 2012, la cui storia è importantissima per collegare passato e presente…”. Lo stesso Thedore McCarrick avrebbe partecipato all’operazione culturale aperturista promossa da questa “ala deviata” negli anni della ribellione giovanile.

Poi il racconto dello scontro con Giovanni Paolo I: Pedro Arrupe, uno degli esponenti più in vista nella Compagnia di Gesù dell’epoca, avrebbe dichiarato che il nuovo Papa sarebbe stato disponibile a rivisitare le posizioni della Chiesa in materia d’omosessualità, aborto e sacerdozio delle donne. Il tutto all’interno di un’intervista, la stessa che avrebbe così provocato l’irritazione dell’ultimo pontefice italiano. Si dice addirittura che Luciani fosse arrivato a ipotizzare lo scioglimento o comunque un duro provvedimento in caso di mancata ricezione dei suoi dettami sulla necessità di non modificare la dottrina. Giovanni Paolo I avrebbe voluto stroncare l’ala gesuitica attraverso un discorso pubblico che, a causa della morte improvvisa, non è mai stato tenuto.

Anedotti, questi, che sarebbero stati raccontati da un altro gesuita, padre Malachi Martin. Vincent O’Keefe e Theodore McCarrick, tornando a un passaggio precedente, avrebbero condiviso “amicizia” e “battaglie ideali”. Anche altri ecclesiastici divenuti cardinali “sotto” Bergoglio sarebbero accostabili alla corrente ultraprogressista: Farrell, Tobin e Cupich. Lo stesso James Martin, il gesuita “pro Lgbt” divenuto consulente del Vaticano in materia di comunicazione, farebbe parte di questo insieme.

La sintesi delle tesi sostenute nell’articolo è questa: ecclesiastici di sinistra, appartenenti o vicini alla fazione più riformista dei gesuiti, gli stessi che Luciani avrebbe voluto “stoppare”, hanno preso il sopravvento durante gli ultimi cinque anni e mezzo.

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