Papa Francesco replica a Viganò: “Silenzio di fronte a chi crea scandalo”

Papa Francesco ha risposto. Seppur in maniera indiretta. ll pontefice argentino, durante la Messa nella Cappella Sistina tenutasi oggi, ha parlato della necessità di replicare con il silenzio a chi cerca gli scandali.

“La verità è mite, la verità è silenziosa”, ha scandito il pontefice argentino. Poi la stoccata, che sembrerebbe essere stata mandata all’indirizzo di chi, attraverso la pubblicazione dell’ormai celebre dossier, avrebbe cercato “soltanto lo scandalo”, quelle persone che “che cercano soltanto la divisione”. Per tutti questi “l’unica strada da percorrere è quella del “silenzio” e della “preghiera”. L’ex arcivescovo di Buenos Aires ha preso come riferimento la vicenda vangelica del ritorno a Nazareth di Gesù. Quella nella quale il Cristo viene accolto da una certa dose di sospetto.

Per il pontefice argentino è necessario “riflettere sul modo di agire nella vita quotidiana, quando ci sono dei malintesi” e tenere conto di “come il padre della menzogna, l’accusatore, il diavolo”, agisca “per distruggere l’unità di una famiglia, di un popolo”. “Il Signore – ha continuato Papa Bergoglio – ci dia la grazia di discernere quando dobbiamo parlare e quando dobbiamo tacere. E questo in tutta la vita: nel lavoro, a casa, nella società”. Il silenzio, quindi, è il modo individuato dal Santo Padre per rispondere alle accuse sollevate da Carlo Maria Viganò.

Sul caso Davis, invece, è arrivata una dichiarazione di padre Federico Lombardi e padre Rosica. Carlo Maria Viganò ha sostenuto che Bergoglio sapesse bene chi fosse l’attivista anti-gay incontrata nel 2015, durante una visita pastorale negli Stati Uniti. La donna, da cancelliera di una contea dello stato del Kentucky, si era rifiutata di firmare le licenze matrimonali necessarie ai fini delle nozze tra persone dello stesso sesso. La notiza del meeting tra il pontefice della Chiesa cattolica e questa donna aveva sollevato non poche polemiche. Secondo Lombardi, Viganò non avrebbe ben spiegato alle persone preposte chi fosse Kim Davis. Per Lombardi e Rosica, infine, non esistono prove delle sanzioni comminate da Benedetto XVI all’ex cardinale McCarrick.

In relazione a questa vicenda, com’è noto, Viganò ha sostenuto che Ratzinger avesse condannato il porporato a una vita di preghiera e penitenza. Una decisione che non avrebbe trovato seguito con il pontificato di Papa Francesco. Mancherebbero, però, dei riscontri fattuali in grado di attestare le tesi del nunzio apostolico. IL GIORNALE.IT

 

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