La pazzesca Ombra sulla vicenda della Diciotti. C’è una regia occulta per fare fuori Salvini? Ecco perché!

La vicenda Diciotti sta gettando nel caos il governo.
Un duro attacco soprattutto a Salvini.
Il vicepremier infatti è addirittura accusato e indagato.

Ma c’è chi inizia a vederci qualcosa di più oscuro.
Addirittura chi parla di regia oscura, di tutto architettato a tavolino proprio per destabilizzare l’Italia.

Su il Populista infatti leggiamo che:

E se il “caso Diciotti” fosse stato architettato dall’altra parte del Mar Mediterraneo con l’obiettivo di creare tensioni all’interno del Governo? Attenzione, a primo acchito può sembrare una tesi fantasiosa e non punto a passare come il paranoico dell’Estate 2018, ma col senno di poi alcuni aspetti della vicenda suscitano significative perplessità.

A far riflettere è innanzitutto la nazionalità degli immigrati presenti a bordo del pattugliatore d’altura della Guardia costiera italiana: il 95% proviene da stati con conflitti bellici accertati e riconosciuti pacificamente, ossia senza ulteriori approfondimenti da parte di chi esperisce il procedimento volto ad ottenere lo status di rifugiato. Su 150 persone, infatti, ben 130 provengono dall’Eritrea, due dalla Siria, sei dal Bangladesh, una dall’Egitto, una dalla Somalia e dieci dalle isole Comore. 130 eritrei tutti assieme non si son visti neppure ai tempi d’oro del Cara di Mineo, il più grande centro d’accoglienza d’Europa situato in provincia di Catania, visitato dal leader della Lega ben sette volte negli ultimi anni. A fine 2015, nel corso di una delle numerosi ispezioni, Matteo Salvini accerterà che su 3.160 immigrati clandestini presenti in quel momento all’interno della struttura solo TRE provenivano dall’Eritrea. L’0,1% del Cara contro il 90% di nave Diciotti. Le statistiche testimoniano che i 130 eritrei presenti a bordo di nave Diciotti sono davvero un numero pazzesco! Dato davvero in controtendenza con la fotografia degli ultimi anni relativa ai flussi migratori verso l’Italia dove appena il 7% degli sbarcati è giunto da paesi con conflitti bellici in corso accertati.

Senza dimenticare che, a monte, c’è il fatto che nave Diciotti gli immigrati se li è andati a prendere in acque maltesi. Particolare che ha suscitato il commento critico e sorpreso dello stesso ministro dell’Interno: “Non ho capito per quale motivo una nave italiana sia andata in acque maltesi…che le nostre navi controllino le nostre acque”, commenterà poco dopo Matteo Salvini. E c’è anche la nota inviata da Malta a Roma secondo la quale il salvataggio operato da nave Diciotti nel loro mare va considerato “un’interferenza, quando l’operazione era sotto stretto controllo e monitoraggio”.

Ma non solo questo.
Ci sono più cose che fanno un indizio su questa situazione:

Poi c’è l’inchiesta lampo del procuratore della Repubblica di Agrigento che probabilmente aveva già chiara la strada da intraprendere. Nessuna esitazione procedurale nonostante davanti a lui si profilasse un caso giudiziario più unico che raro: il dottor Luigi Patronaggio in 48 ore è riuscito in ciò che nessun suo collega era stato capace di fare nell’ultimo secolo: aprire un fascicolo contro ignoti, individuare senza esitazione le tre ipotesi di reato (sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale), andare a Roma per sentire due funzionari del ministero, tornare a casa per trasformare l’inchiesta contro ignoti a carico di noti (il ministro Salvini e il suo capo di gabinetto), predisporre gli atti e trasmettere il tutto al Tribunale dei Ministri (nel caso in esame al Tribunale ordinario di Palermo, che è capoluogo del distretto di Corte d’Appello competente). Fossero tutti così i pm e sopratutto mettessero in ogni pratica la medesima tempestività del caso Diciotti, la giustizia italiana (che al momento si distingue per indagini che durano anni e processi che durano molto di più) non rappresenterebbe uno dei peggiori servizi erogati dallo Stato al Popolo italiano.

Insomma la situazione è davvero incredibile.
E fa pensare davvero in male.
Vi terremo aggiornati!

 

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