Nazionalizzare Autostrade. Il ministro Toninelli non cambia idea. Interesse dello Stato.

Nazionalizzare i pedaggi porterebbe altri guadagni allo Stato. Ma non tutti la pensano come il Ministro dei Trasporti.

Non si parla solo di ricostruzione del Ponte Morandi, ma Toninelli non accetta l’idea di non veder scontare nessuna pena a chi non ha evitato una strage.

Leggiamo su Il Giornale:

“Pensi a quanti ricavi e margini tornerebbero in capo allo Stato attraverso i pedaggi, da utilizzare non per elargire dividendi agli azionisti, ma per rafforzare qualità dei servizi e sicurezza delle nostre strade. Autostrade ha accumulato 10 miliardi di utili in 15 anni”.

Al di là delle indagini sul crollo del ponte di Genova, Toninelli è tornato a chiedere le dimissioni dei vertici di Autostrade: “Come si può pensare che i vertici di un’azienda che non è stata in grado di evitare una strage, facendo ciò che era obbligata per contratto a fare, cioè la manutenzione, possano rimanere al proprio posto? È semplicemente disumano”.

Sulla ricostruzione, il ministro ha assicurato che “non ci sarà alcuno scambio tra eventuali opere di risarcimento danni a cose e beni, semplicemente doverose e scontate, e la procedura di ritiro della concessione già avviata. A parte che ricostruire il ponte è comunque un obbligo in capo al concessionario”.

Due, quindi, i punti su cui si discute. Nazionalizzare i pedaggi e dimissioni delle personalità ai vertici di Autostrade. E così passa in secondo piano la questione della Gronda bloccata anni fa dal Movimento 5 Stelle:

“Il tema Gronda è un falso problema, meschinamente strumentalizzato in questi giorni.”

Fonte: ilgiornale

 

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