Diciotti, i migranti accusano i maltesi: “Ci dissero di andare in Italia”

Sul caso della nave Diciotti con a bordo 177 migranti salvati dalla Guardia Costiera in acque maltesi spunta un retroscena.

Di fatto in queste ore è scontro tra Roma e La Valetta per la responsabilità delle operazioni di salvataggio. Il governo ha chiesto l’intervento dell’Unione Europea per risolevere la faccenda e soprattutto per dare il via ad una nuova suddivisione dei migranti tra i vari stati membri “volenterosi” che potrebbero aprire le loro porte. E in questo quadro alcune testimonianze di 8 migranti sui 13 fatti sbarcare per ricevere cure urgenti mostrano come le cose siano andate in modo ben diverso rispetto a quanto raccontato da Malta. “Avete sbagliato rotta, la direzione per l’italia è un’altra”, avrebbero detto alcuni soccorritori maltesi ad alcuni migranti.

La testimonianza è stata raccolta dagli investigatori. Secondo fonti investigative, gli otto avrebbero spiegato a Polizia e Guardia costiera di essere stati avvicinati, dopo circa un giorno e mezzo dalla partenza dalle coste libiche, “da un’imbarcazione di notevoli dimensioni e da due gommoni”. Secondo i testimoni, i soccorritori si sarebbero presentati come “maltesi“. Questi soccorritori, sempre secondo il racconto riportato dai migranti, avrebbero rifornito l’imbarcazione di viveri e giubbotti aggiungendo però che non sarebbero stati accompagnati a Malta perché “avevano sbagliato rotta”. In seguito, sempre l’equipaggio dei soccorritori avrebbe fatto capire ai migranti che sarebbero stati poi scortati fino a Lampedusa. In realtà, secondo quanto riferito dalla Guardia Costiera italiana, i maltesi dopo un primo contatto con l’imbarcazione l’avrebbero abbandonata lasciando la responsabilità delle operazioni di slavataggio proprio all’equipaggio italiano.

IL GIORNALE.IT

 

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