Esce fuori un bando da 20 milioni di euro. Il pericolo c’era ma a nessuno importava della vita dei cittadini.

Lo scandalo degli allarmi dati alle amministrazioni. Le aziende responsabili della manutenzione sapevano dei lavoro da effettuare.

Oggi tutto tace. Le vite delle persone sotto il cemento non valevano più degli interessi e degli incassi milionari per il bando vinto di recente.

Leggiamo i dettagli:

Sul fronte delle indagini è stata aperta una inchiesta per omicidio plurimo e disastro. I punti fermi che si anno sono questi: Autostrade aveva bandito un maxi appalto da 20 milioni per rinforzare i tiranti (segno che la società era comunque a conoscenza delle criticità del Morandi),

Autostrade è l’unico controllore che esegue le ispezioni e infine la circostanza ricordata da La Stampa che già negli anni Novanta l’Ordine degli ingegneri di Genova aveva suggerito l’affiancamento di una struttura in acciaio a quella in calcestruzzo. Fin qui i fatti.

Ma a giocare contro il viadotto Morandi è stato il fattore tempo. Infatti i lavori erano previsti per la fine dell’estate ma a quanto pare sul ponte non c’erano dispositivi che potessero permettere un monitoraggio delle condizioni della struttura fino all’avvio dei lavori. Insomma gli interventi sarebbero cominciati troppo tardi. L’intervento che sarebbe scattato subito dopo l’estate riguardava proprio la struttura del ponte. 

Controlli, dice Autostrade, che avvenivano regolarmente ogni due mesi, ma nessuno riteneva l’importanza del pericolo che correva chi attraversava il viadotto.

Un pericolo che ha dato la morte a molte persone il 14 agosto 2018.

Fonte: ilgiornale

 

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