Turchia, perché la crisi di Ankara può far crollare l’Italia: verso il disastro finanziario

La crisi che sta colpendo la Turchia rischia di scatenare un letale effetto domino sui mercati europei, Italia compresa. Dall’inizio dell’anno la lira turca è si è deprezzata del 30%, riavvicinando così lo spettro di un crac del sistema finanziario di Ankara che potrebbe travolgere le banche europee, fino a ieri impegnate in consistenti investimenti in Turchia.

A rischiare di più sono le banche spagnole con crediti di 83 miliardi, poi ci sono le francesi con 40 miliardi e non mancano le italiane, che in Turchia vantano crediti per 17 miliardi di euro. Si tratta di nomi pesantissimi come Bnp-Paribas, la BBV e Unicredit, terrorizzate dalla prospettiva di insolvenza dei turchi e comunque dalla perdita di valore del titolo dovuta all’inflazione galoppante e alla caduta del campio.

Anche se l’Italia ha investimenti minori rispetto agli altri Paesi europei, il rischio contagio è elevato per il proprio debito pubblico, elevatissimo, e l’impossibilità di fatto di fare deficit. Una situazione che complica anche la manovra di bilancio del governo, in uno scenario che potrebbe anche peggiorare se Ankara non dovesse frenare la crisi e scatenare così la paura nei mercati.

 

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