Fondi Unicef per i bimbi africani spariti, il pm: “Denunciate la famiglia Renzi o non potrete riavere i soldi”

Fondi Unicef per i bambini africani spariti sui conti correnti dal cognato dell’ex presidente del Consiglio. I magistrati di Firenze all’associazione umanitaria: “Denunciate la famiglia di Matteo Renzi o non potete riavere i soldi. In Italia la legge è cambiata, se non presenterete una denuncia non potremo proseguire l’inchiesta per appropriazione indebita”.

La richiesta di rogatoria è partita tre giorni fa. Si tratta di un vero e proprio avviso alle organizzazioni umanitarie che avevano donato alla società di Alessandro Conticini denaro da destinare ai bimbi africani. L’uomo è accusato di appropriazione indebita con il fratello Luca, mentre il terzo fratello Andrea, cognato di Matteo Renzi perché marito di sua sorella Matilde, deve rispondere del reimpiego illecito di capitali. Il messaggio dei magistrati di Firenze alle organizzazioni internazionali è chiaro: «In Italia la legge è cambiata, se non presenterete una denuncia non potremo proseguire l’inchiesta per appropriazione indebita. E dunque non avrete alcuna possibilità di reclamare i soldi elargiti».

Sono 10 milioni di dollari versati tra il 2008 e il 2013 per sostenere progetti in favore dell’infanzia in difficoltà. Di questi, 6 milioni e 600mila dollari sarebbero però finiti sui conti personali degli imprenditori, e in parte anche nelle casse della «Eventi6», società amministrata dalla mamma di Renzi, Tiziana Bovoli. L’ex premier dichiara con una nota di voler «procedere in sede civile e penale contro chiunque accosti il suo nome a una vicenda giudiziaria che riguarderebbe un fratello del marito di una sorella di Renzi». Due giorni fa era stato proprio lui ad annunciare con un video su Facebook la fine dell’attuale governo perché «ci sarà da divertirsi con le inchieste sui fondi della Lega a Genova e sull’attacco via Twitter al presidente Mattarella». Adesso Renzi dice che «i processi si fanno in aula, non sui media. Al termine del processo si fanno le sentenze. E le sentenze si rispettano. Anche quelle sui risarcimenti».

La rogatoria alle autorità statunitensi ha come destinatari «l’Unicef, fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia; la Fondazione Pulitzer» e sei associazioni australiane e statunitensi che avevano elargito alla “Play Therapy Africa Limited” e ad altre due organizzazioni no profit di Alessandro Conticini, che è stato per anni direttore Unicef di Addis Abeba e poi è rientrato in Italia. Tutte queste organizzazioni internazionali sono informate dell’inchiesta avviata a Firenze dai magistrati coordinati dal procuratore Giuseppe Creazzo e nei mesi scorsi hanno messo a disposizione i propri bilanci proprio per consentire agli investigatori di ricostruire il percorso dei soldi. Gli amministratori non sono però informati che per procedere dovranno presentare formale denuncia — dopo la riforma varata lo scorso aprile dall’allora ministro Andrea Orlando — e per questo si è deciso di trasmettere formale avviso. Altrimenti si dovrà procedere solo per riciclaggio e reimpiego illecito di fondi.

I pubblici ministeri hanno già rintracciato le somme e accusano Andrea Conticini di aver «agito come procuratore speciale del fratello» Alessandro: «Impiegava parte del denaro provento del delitto in attività economiche, procedendo all’acquisto di partecipazioni societarie e all’esecuzione di finanziamenti in conto soci» prelevando 267mila e 800 euro dai conti e dividendoli così: alla «Eventi6» di Rignano — finita in un’altra indagine per false fatturazioni dove sono indagati la madre e il padre di Renzi — 133.900 euro nel 2011; alla Quality Press Italia, 129.900 euro; alla Dot Media di Firenze, 4.000 euro. I fratelli Alessandro e Luca avrebbero invece reimpiegato il resto tra l’altro con un «investimento immobiliare in Portogallo» da quasi 2 milioni di euro.

Con fonte corriere.it

 

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