“In Tv bisognerà moderare i termini quando si parla di immigrazione.” Agcom interviene e detta legge.

Non si potrà più parlare di razzismo e non ci saranno propagande di istigazione all’odio.

Da oggi si cambia musica e nascono misure restrittive per chi parla di immigrazione. Bisogna darci un taglio altrimenti finisce male.

Leggiamo cosa scrive Il Giornale:

Lo stabilirà l’Authority del settore, l’Agcom, se si è stati inclusivi o xenofobi, con un regolamento apposito da osservare con cura per non rischiare richiami o sanzioni. Non è una novità, già nei mesi scorsi l’Agcom ha bacchettato i telegiornali italiani per le «cronache semplicistiche e stereotipate sugli immigrati».

Stavolta però si fa ancora più sul serio, perché l’Authority, visto il razzismo dilagante in Italia e quindi anche nei media, si è decisa ad approntare una sorta di manuale del linguaggio corretto da usare al riguardo, «un regolamento finalizzato a garantire il rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’hate speech e all’istigazione all’odio basato su etnia, sesso, religione o nazionalità nei servizi media audiovisivi» si legge nella nota dell’Authority.

L’hate speech, ovvero il linguaggio che non rispetta la dignità degli immigrati, è una forte preoccupazione dell’Agcom. 

L’ Agcom si pone come arbitro. Parlare di immigrazione non è sbagliato, l’importante è farlo nel modo giusto. Anzi, qualcuno ritiene che se si parlasse di meno di immigrati si lavorerebbe meglio su tutti i fronti.

Non ci sarebbero dibattiti accessi e non si fomenterebbe l’odio verso le razze.

Fonte: ilgiornale

 

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