Estremiste cantano “Bella Ciao” contro Casapound. Questore le dichiara socialmente pericolose e dedite ai reati

Un gruppetto di sfigate estremiste antifasciste cantano Bella Ciao, l’inno cantato dai partigiani mentre spargevano sangue innocente e stupravano le ragazzine dai 13 anni in su, contro un banchetto pacifico dei patrioti di Casapound. Un questore con le palle quadre le dichiara “socialmente pericolose” e “dedite alla commissione di reati”.

Il questore l’ha fatto presente alle attiviste che cantavano “Bella Ciao” in piazza.

Sono considerate “socialmente pericolose” perché “dedite alla commissione di reati”. L’avviso orale è stato recapitato a tre donne della Garbatella che lo scorso 20 maggio, durante una manifestazione di CasaPound, sono andate in piazza per cantare l’inno dei partigiani contro un banchetto del partito della tartaruga in Largo Leonardo Da Vinci, nell’VIII Municipio di Roma.

In un lungo comunicato la Rete Antifasciste e Antifascisti Roma Sud ha spiegato che “un gruppetto di donne, un bel giorno di luglio, riceve un invito a presentarsi in Questura. Quello che ricevono è un ‘avviso orale’ meglio conosciuto come ‘articolo 1’, per gli esperti articolo 3 del dlgs n. 159/2011, anche detto Codice Antimafia“. Si tratta di “un provvedimento riservato a persone socialmente pericolose, che si sono dimostrate ‘dedite alla commissione di reati’ e che in sostanza vengono invitate a non peccare più. Il bello è che a nessuna di loro viene specificato quali sarebbero questi reati, anzi, ad alcune di loro viene chiesto: ‘ma cosa ha fatto negli ultimi anni?’….“.

Per la Rete l’unica recente occasione in cui le tre donne, che tra loro non si conoscono tutte, hanno partecipato insieme è “la contestazione al banchetto di Casa Pound del 20 maggio. Più che un banchetto una ‘adunata sediziosa’, per riprendere il linguaggio del provvedimento ricevuto (o del Marchese del Grillo)“. A quel banchetto aveva risposto “un gruppo di donne residenti” con una adunata “per cantare Bella Ciao e ricordare che fascisti e razzisti non sono benvenuti nelle nostre strade”.

Secondo la Rete Antifascista il provvedimento “fa pensare” che scatti “non per la pericolosità di ciò che viene fatto (cantare Bella Ciao), ma per quello che si dice o che si urla e verso quale ‘specie protetta’ sono rivolte quelle proteste”.

con fonte Il Giornale

 

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