Open Arms cambia idea: “Nessuna denuncia al governo italiano”. La marina libica: “Da parte loro solo bugie”

I pagliacci scafisti di Open Arms cambiano idea: “Nessuna denuncia nei confronti del governo italiano e della sua guardia costiera”. Ma la marina militare libica replica alle inalazioni della Ong spagnola: “Da parte loro solamente bugie”.

Il virgoletatto, battuto dalle agenzie di stampa solo ieri, parlava chiaro. E portava la firma di Oscar Camps, fondatore della Ong spagnola Open Arms: “La procura spagnola indaghi sulla guardia costiera libica e italiana“.

La nave umanitaria era da poco sbarcata a Maiorca e l’organizzazione, nella conferenza stampa, aveva comunicato l‘intenzione di sporgere denuncia alla procura spagnola per quanto successo nel mar Mediterraneo. “Spero che la procura nazionale spagnola faccia indagini per proteggere le vite in mare. Perchè questo è il risultato della politica italiana che chiude i porti e criminalizza le organizzazioni che vanno in mare“, diceva Camps. Le sue parole avevano provocato la reazione del Viminale e della Guardia costiera italiana, che in una nota si era tirata fuori dalla vicenda, afferando che le nostre navi militari non erano mai state coinvolte nel soccorso al gommone su cui è stata trovata Josefa e due migranti morti, una donna e un bambino.

Oggi, però, arriva la precisazione della Ong. Che sostiene di non aver denunciato direttamente l’Italia o la sua Guardia costiera. Ma che “in relazione ai fatti avvenuti durante l’intervento di salvataggio compiuto il 17 luglio 2018 il direttore e fondatore di Proactiva Open Arms, Oscar Camps, e molti dei volontari presenti a bordo della Open Arms durante l’ultima missione” hanno firmato una denuncia contro tre soggetti: per primo, il “capitano della motovedetta libica 648 “RAS AL-JADAR” MMSI 642124567, membro della Guardia Costiera libica e il comandante di eventuali altre imbarcazioni libiche intervenute in quelle stesse ore, per omissione di soccorso e per aver causato la morte di due persone“; poi, il “capitano del mercantile “TRIADES”, IMO n 9350082, battente bandiera panamense, per omissione di soccorso e omicidio colposo“; infine, “chiunque abbia responsabilita dirette o indirette o sia stato coinvolto a qualunque titolo nell’aver determinato gli esiti di quell’evento drammatico“.

Ora, visto che in una nota Open Arms sostiene che saranno “le autorita giudiziarie spagnole a valutare, in base agli elementi da noi forniti, in che modo dare seguito alla denuncia presentata”, sembra chiaro che il loro pensiero vada proprio al Belpaese. Vedremo come si muoverà la procura iberica. E comunque la Ong ci ha tenuto a precisare che “visto quanto riportato oggi su diversi organi di stampa, ci preme precisare che nessuna denuncia è stata presentata nei confronti del Governo italiano né della sua Guardia Costiera“.

Di certo c’è che le accuse rivolte dalla Ong alla Marina libica hanno fatto infuriare la Guardia costiera di Tripoli. “Le accuse lanciate dalla Ong spagnola Proactive Open Arms contro la guardia costiera libica sono menzogne”, scrive su Facebook. “Smentiamo e respingiamo categoricamente le calunnie“. Tutto quanto raccontato dalla Ong è “solo una menzogna”, ha scritto la Marina, facendo notare che “è illogico che una pattuglia della guardia costiera libica salvi 165 migranti, lasciando andare alla deriva due donne e un bambino“. Da qui, la richiesta di una “commissione neutrale per indagare su questo incidente

con fonte Il Giornale

 

 

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