Situazione delle carceri italiane insostenibili. Ecco quanti sono gli stranieri e quanto ci costano

Sulle pagine di questo sito, più volte abbiamo invocato il rimpatrio per i criminali stranieri in Italia. Un provvedimento che potrebbe risolvere un annoso problema: il sovraffollamento delle carceri.

No, non è demagogia o populismo, né razzismo o xenofobia. È soltanto la logica soluzione ad un problema sempre più pressante. Sì, perché un detenuto su tre in Italia è straniero.

Quello dell’eccessiva densità di popolazione carceraria non è l’unico problema. Ma c’è anche il fattore dei costi da considerare. Infatti si tratta di 75 milioni di euro l’anno spesi soltanto per i detenuti stranieri.

I deputati umbri di Fratelli d’Italia, Franco Zaffini e Emanuele Prisco, chiedono che i criminali stranieri che stanno scontando la loro pena nelle carceri nostrane vengano «rimpatriati».

La domanda è semplice: «Quanto ci costano?», si chiedono Prisco e Zaffini. Fare il conto non è semplicissimo. Ma per i deputati «il costo medio giornaliero di un detenuto supera i 300 euro. Insieme al vitto e all’alloggio ci sono da sostenere le spese per il mantenimento delle prigioni, gli stipendi degli agenti penitenziari, la manutenzione dei mezzi sempre più obsoleti utilizzati per le scorte e le traduzioni, quindi le spese sanitarie (farmaci, visite specialistiche e scorte di metadone), alle quali si aggiungono figure professionali come, tra gli altri, educatori e psicologi».

Facendo i calcoli solo su vitto, asili nido, trasporto e altri costi diretti per i detenuti, l’Italia spende in totale oltre 223 milioni di euro. Ovvero 3802 euro all’anno per ogni recluso. Dunque i detenuti immigrati pesano sul bilancio dello Stato per oltre 75 milioni di euro. Un salasso.

«Una spesa altissima e insostenibile considerato il bilancio dell’Italia – scrivono nella nota Prisco e Zaffini -. Risparmiamo per investire risorse nelle dotazioni della polizia penitenziaria e nella sicurezza». La soluzione sarebbe teoricamente semplice: far scontare ai detenuti stranieri le pene nei Paesi di provenienza“.

Certo, ci rendiamo conto che non è una soluzione semplice in quanto vanno rivisti gli accordi con le altre nazioni. Ma rimane la soluzione che a lungo termine porta i maggiori benefici.

Fonte: Il Giornale

 

 

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