La predica durante la festa contro Salvini. Il vescovo di Lucca e la sua omelia bocciata dalla politica.

Ogni occasione è buona per criticare il governo. Ora anche alla festa del Patrono di Lucca si parla di migranti e accoglienza.

Il mondo cattolico continua la sua “crociata” contro il governo. Ma Salvini tiene testa e guarda avanti.

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L’invito, per niente indiretto, è quello di rifiutare la cosiddetta “cultura della non accoglienza”. La Chiesa non dovrebbe restare “muta” e “ferma” dinanzi al “rifiuto” che proverebbe dalle istituzioni politiche italiane. Lucca è una realtà diversa dalle altre, ci tiene a specificare il monsignore. Ma a preoccupare è soprattutto quanto sta avvenendo nel resto del Belpaese. Atteggiamenti e chiusure che contrasterebbero di netto con il dettato del Vangelo.

“Devo riconoscere – ha esordito il vescovo Castellani, che secondo alcuni avrebbe tenuto l’ultima omelia prima del pensionamento – che Lucca e il suo territorio, nel suo insieme, ha risposto bene, rispetto ad altre realtà, nell’accoglienza dei migranti”.

Poi, nel corso della “predica”, è arrivata la stoccata diretta al governo: “Chiedevo – ha sottolineato il presule – e chiedo ancora una volta di dissociarci apertamente da tali scelte e dichiarare che ogni uomo, la persona, è al primo posto, non è un numero, a prescindere dalla sua provenienza, appartenenza sociale e culturale”.

Il consigliere comunale, Baldini, una volta a conoscenza delle parole del vescovo, replica quanto sia chiaro l’attacco politico fatto dagli ecclesiastici in queste ultime settimane.

E conclude dicendo: “prendo atto di un attacco politico inaudito ed insopportabile, quanto non condiviso, portato dalla massima autorità diocesana al nostro governo in carica, eletto e voluto a gran voce dal popolo italiano”.

 

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