Vittorio Feltri: “Chi sciopera contro Ronaldo va cacciato”

La classe operaia non andrà in paradiso: merita l’ inferno. L’ ultima che ha combinato è talmente grossa che sono imbarazzato a raccontarla. I lavoratori dello stabilimento Fiat di Melfi (Basilicata), esercitando un diritto diventato un abuso tragicomico, hanno deciso di scioperare. Perché? La Juventus ha acquistato dal Real Madrid el puntero Cristiano Ronaldo alla cifra pazzesca di 117 milioni di euro. Le tute blu si sono incazzate a morte con la famiglia Agnelli che ha speso tanti soldi per accaparrarsi un calciatore.

Secondo loro, forse, i signori torinesi avrebbero dovuto girare la ricca somma alle maestranze, dimenticandosi oltretutto che, in occasione di partite importanti, esse fanno immancabilmente registrare primati mondiali di assenteismo. Le quali maestranze della casa automobilistica hanno acceso, non solo in Lucania, varie guerre sindacali insensate costringendo Sergio Marchionne a trasferire il grosso dell’ azienda negli Stati Uniti, dove ha trovato l’ ambiente ideale per espandersi e diventare un colosso internazionale

Un bellissimo affare per gli eredi dell’ Avvocato e un danno mostruoso per l’ imprenditoria italiana. Nonostante ciò, mai avremmo supposto che i metalmeccanici di Melfi, terra sottosviluppata, arrivassero a incrociare le braccia per un motivo tanto idiota quale è l’ ingaggio, da parte dei bianconeri, di un campione del pallone. Anche perché la Juventus è una società per azioni quotata in Borsa e quindi indipendente dalla fabbrica di vetture a motore. Significa che gli operai in questione oltre che inclini a inscenare casini gratuiti sono pure sprovveduti, ignorando che ogni ditta, a prescindere dalla proprietà, è autonoma. Uno sciopero tanto balordo non ha precedenti, benché questo genere di protesta qui da noi abbia assunto le dimensioni e gli effetti dell’ apocalisse.

Mi domando che c’ entri l’ avvitamento dei bulloni con i gol di Ronaldo. Che gliene frega a un saldatore se Allegri nel prossimo campionato avrà a disposizione un asso costato un occhio? Saranno affari del presidente Andrea Agnelli e non riguardano la manodopera melfitana, cui consigliamo di lavorare anziché rompere i coglioni cavalcando pretesti folli.

Infine una considerazione ispirata alla par condicio. Chi ha detto che l’ assunzione di Cristiano sia un toccasana?
L’ atleta ha 33 anni, è sul viale del tramonto poiché l’ età avanzata incide sul rendimento in ogni attività fisica.
Quanto potrà durare? Un anno, due al massimo. Ma se al club torinese piace rischiare, ciò non deve interessare a nessuno, tantomeno a uomini incaricati soltanto di produrre macchine. C’ è un comandamento che Mosè si è dimenticato di trasmetterci: ciascuno di noi si faccia i cazzi propri.

 

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