Virginia Raggi: ‘La fine di affittopoli’

La fine di affittopoli, al via la messa a reddito degli appartamenti del patrimonio disponibile con canoni di libero mercato”.

Lo ha scritto Virginia Raggi in un post in cui spiega che la “rivoluzione interesserà circa 570 appartamenti”.

Questo genererà un introito che potrebbe arrivare fino a 7 milioni di euro all’anno per il Comune di Roma, che oggi invece incassa circa 1 milione e 100 mila euro. “L’incremento – ha precisato – è del 627%”.

La sindaca della capitale ha assicurato che gli appartamenti del patrimonio disponibile di Roma Capitale saranno valorizzati in maniera “ottimale”, mettendo così fine “ad ingiustificabili disparità di trattamento”.

In questo modo aumenteranno anche gli incassi del Comune. E i soldi potranno essere investiti per migliorare i servizi ai cittadini e per lo sviluppo della città.

“Con questo è evidente che il lavoro che vogliamo fare non vuole penalizzare persone, ma deve sicuramente ristabilire un principio, che è quello della legalità, che è quello dell’equità, perché il patrimonio che è di proprietà del Comune di Roma è stato semplicemente svenduto, andando a detrimento di tutti i cittadini romani,” ha affermato Raggi durante la diretta trasmessa su Facebook.

“La delibera – ha fatto sapere Raggi – prevede la valorizzazione e la messa a reddito di tutto il patrimonio disponibile di tipo abitativo attraverso l’applicazione di canoni di libero mercato con durata minima di 4 anni, previo esperimento della procedura di asta pubblica e aggiudicazione dell’immobile con il criterio del maggior rialzo rispetto all’importo posto a base”.

Tutte le unità immobiliari interessate dal provvedimento saranno stimate sulla base del valore medio delle locazioni secondo quanto stabilito dalle tabelle OMI.

“In attesa dell’asta, – ha concluso l’esponente 5Stelle – per le occupazioni senza titolo si procederà alla richiesta dell’indennità di occupazione determinata secondo tali criteri. I contratti di locazione con gli attuali inquilini saranno disdettati”.

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