Immigrazione, il nigeriano a cui viene concesso asilo dopo l’arresto perché è un petomane

Su iniziativa di Don Ciotti qualche migliaio di persone ha indossato ieri una maglietta o una camicia di colore rosso, per solidarietà verso i migranti e soprattutto contro il cattivo ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha sbarrato i porti alle Ong. Sorvoliamo sull’efficacia di codeste esibizioni, che è pressoché nulla e anzi porta carrettate di voti a leghisti e alleati vari. Ma ognuno è libero di farsi male da solo, di masochisti in giro ce n’è in sovrannumero e i sinistri italiani sono degli specialisti in tafazzismo, l’arte particolare di darsi delle martellate sulle balle.

Sorvoliamo anche sul sapore vagamente razzista dell’iniziativa (da una parte ci siamo noi, umani, buoni, quelli che vogliono salvare i bambini e dall’altra voi schifosi fascisti che li volete morti), che ormai ci siamo abituati e non ce ne frega niente. Il punto è un altro. I rossovestiti – appartenenti perlopiù ai cosiddetti radical chic, impegnati nel giornalismo e nei mestieri intellettuali e artistici (altrimenti non hai il tempo materiale per pensare a queste baggianate, che devi rimediare la pagnotta) – sostengono che in Italia vi sia una «emorragia di umanità» e dunque che occorre fermarla con una mobilitazione generale, ovviamente tra un tuffo in mare e un aperitivo a bordo piscina. Ma concentriamoci sull’appello dei rossi

Sorge subito una domanda: ma dove l’hanno vista lorsignori questa mancanza di umanità nel nostro Paese? Dove hanno individuato questo bieco cinismo verso i neri arrivanti o arrivati sul nostro suolo? Che ci avvertano della scoperta, perché finora nella nostra modestia e superficialità abbiamo notato esattamente il contrario. Di «umanità», per intenderci, ve n’è stata fin troppa. Abbiamo un numero impressionante di centri di accoglienza, cooperative, preti e Caritas varie che accolgono chiunque si presenti alle loro porte. Ma dove la trovi una nazione che quando arrivi alla frontiera non ti chiede praticamente nulla, non uno straccio di documento, non un nome e figuriamoci il cognome, e neppure una impronta digitale che poi qualcuno si arrabbia?

SENZA CHIEDERE NULLA
Dove lo trovi uno Stato conciato così male che giungi sulle coste e ti fa mangiare, bere, dormire e poi vediamo che succede? Segnalatecene uno, perché qui non ne conosciamo. Siamo stati, anzi siamo ancora, così generosi che quando decidiamo di cacciare un immigrato perché non ha diritto a stare qui, gli diamo pure la possibilità di fare ricorso e il soggetto trova qualche ente o associazione che lo aiuta a compilarlo a spese del contribuente.

IL PETOMANE
Dove lo trovi un posto così umano? Pensate che per ottenere protezione umanitaria basta esibire un certificato medico, e succedono cose clamorose.

Sul Giornale di Vicenza, tanto per fare un esempio, raccontano la storia di un nigeriano arrestato mentre cercava di sfuggire alle forze dell’ordine. Essendosi ferito, gli agenti si sono preoccupati per un contagio avendo l’uomo un permesso di soggiorno per motivi di salute. Ma una volta tirate fuori le carte si è scoperto il problema del migrante: ha ottenuto accoglienza in Italia perché soffre di meteorismo e flatulenza. Scritto nero su bianco e controfirmato dalle apposite commissioni. Avete capito bene: abbiamo concesso a un delinquente un permesso di stare in Italia perché ha raccontato di avere problemi al deretano.
Altro che emorragia di umanità, qui accogliamo a braccia aperte pure quelli che ci scoreggiano in faccia.

 

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