Editoriale di oggi 1 luglio Marco Travaglio: ‘È comico che chi ha impiccato l’Italia critichi Conte. Lui qualcosa l’ha portato a casa’

Nel suo editoriale di oggi 1 luglio Marco Travaglio fa un resoconto di quanto accaduto al Consiglio europeo.

Il direttore del Fatto Quotidiano va oltre quella che definisce “politica ridotta a derby calcistico” che vede contrapposti “i tifosi del Pd&FI, ormai unificate nella squadra degli scapoli, con le loro grancasse di Repubblica, Stampa, Giornale e Libero, che esultano per la tremenda sconfitta di Conte” a grillini e leghisti che, scrive il giornalista, “spacciano la campagna di Bruxelles come una marcia trionfale del premier (‘vittoria al 70’ o forse ‘all’80’) e Macron come il vero ‘clandestino’ respinto al mittente”.

La verità secondo Travaglio “sta nel mezzo”, ovvero Conte “non ha vinto né al 70 né all’80%, ma non è neppure stato sconfitto, isolato e raggirato”.

Il premier, prosegue Travaglio, “ha combattuto con stile pragmatico, ha usato bene il potere di veto sulle conclusioni del vertice, che giovedì non contenevano nemmeno un accenno ai migranti per mancanza di accordo, e invece venerdì hanno prodotto sul tema 12 punti di sintesi fra le posizioni molto diverse dei 27 Stati membri”.

I punti del testo finale, spiega, sono però “vaghi, in parte contraddittori, in parte precisi”. Si dovrà lavorare molto, ma è comunque “un passo in avanti sia sulle previsioni nere della vigilia” e un passo avanti “sullo zero assoluto raccolto dai governi precedenti: quelli bravi, competenti, non populisti”.

B., Letta, Renzi e Gentiloni, osserva il direttore del Fatto, partivano per Bruxelles “annunciando fuoco e fiamme”, ma poi ai vertici “non aprivano bocca, firmavano tutto e sorridevano sculettanti nella foto di gruppo finale”.

Travaglio definisce “comico” il fatto che quelli che oggi criticano Conte sono gli stessi “che hanno impiccato l’Italia”, che, diversamente da ora, era “allora sì isolata e ignorata”.

Coloro che oggi criticano il premier, aggiunge, sono gli stessi che hanno sottoscritto i patti “suicidi” di Dublino si sono impegnati a “fare tutto da soli in cambio di ‘flessibilità”’ da sprecare in mance elettorali”

“Anche perché, rispetto al loro nulla, qualcosa Conte l’ha portato a casa,” commenta il giornalista

 

 

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