La farsa Onu: attacca l’Italia difende il burqa

Nel nome dei diritti dell’uomo hanno accusato l’Italia di razzismo. Intanto però calpestano i diritti delle donne mettendo sotto accusa la legge francese anti-burqa.

L’ennesima farsa Onu va in scena, ancora una volta, in quel teatrino del diritto internazionale affidato all’ex-presidente del Cile signora Michelle Bachelet. La stessa signora che un mese fa annunciò, forte della sua carica di Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani, di voler inviare degli ispettori nel nostro paese per «valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e Rom». Con il passar delle settimane lo stato confusionale della Bachelet e dell’istituzione a lei affidata sembrano però aumentati. Il «Comitato per i diritti dell’uomo», l’organismo composto da 18 esperti giuridici con funzioni di sorveglianza per conto dell’Alto Commissario indaga sulla legge francese che proibisce la copertura del volto nei luoghi pubblici. Per i 18 saggi della Bachelet è un «attentato alla libertà religiosa» e «crea discriminazione nei confronti del genere femminile».

Insomma a sentir gli esperti di una signora che è stata, paradossalmente, Direttore Esecutivo dal 2010 al 2013 di «Un Donne» (Entità dell’Onu per l’uguaglianza di genere), il burqa non è una forma di sottomissione del genere femminile figlia dell’estremismo islamista, bensì una forma di libertà religiosa da annoverare tra i diritti delle donne. C’è veramente da chiedersi, insomma, in quale mondo vivano questa signora turbata dai fantasmi del razzismo italiano e l’Alto Commissariato Onu a lei affidato. Forse prima di dar retta ai suoi esperti la Bachelet farebbe meglio a leggersi le parole di Mohammad Sayyed Tantawi, il Grande Imam della Moschea e dell’Università Al Azhar del Cairo – i due luoghi simbolo della dottrina e della conoscenza sunnita – protagonista di un’autentica campagna contro l’uso del niqab e del burqa. «Il burqa è un’usanza che non ha nessun legame con la religione» – sentenziò nell’ottobre 2009 il Gran Imam dopo aver personalmente scoperto il volto di una studentessa della scuola di Al Azhar. E subito dopo fece passare una fatwa che proibiva il burqa in tutte le scuole, mettendo al bando chi continuava ad usarlo. In alternativa la signora Bachelet può leggersi lo studio sulle enclavi islamiste realizzato nel 2011 per conto dell’Istituto Montaigne dal professor Gilles Kepel, vera autorità francese in materia d’islam. Nello studio, Kepel spiega come burqa e niqab non siano simboli religiosi, ma bandiere di quei gruppi islamisti radicali decisi a realizzare società separate introducendo valori, simboli e modelli d’abbigliamento in aperto contrasto con quelli dello stato francese. Parole e testi fondamentali per capire come in Italia e in Francia l’unico vero razzismo sia quello di chi tenta di realizzare nuclei sociali non integrati e in conflitto con la nazione che li ospita.

IL GIORNALE.IT

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