Vietato portare il crocifisso in Rai. L’ultima follia degli anticattolici

C’era una volta la rete democristiana, adesso c’è un Tg1 dove chi porta il crocifisso rischia

Lo ha fatto Marina Nalesso, una bella donna che però non ne approfitta e che l’altro giorno ha condotto il telegiornale vestita come al solito sobriamente, molto normalmente, con un unico particolare anomalo: un rosario al collo.

Apriti Cielo! (O forse stavolta bisognerebbe dire: apriti Inferno!). Gli ateisti si sono scatenati, ovviamente in quei gironi del livore che sono i social: ostentazione! Occupazione (cattolica della Rai)! Aggressione (alla laicità dello Stato)! Accuse fra l’altro già sentite, siccome la stessa giornalista due anni fa aveva suscitato all’incirca le stesse polemiche per lo stesso motivo. E dunque dov’è la notizia? A parte che secondo me gli attacchi alla libertà dovrebbero fare notizia sempre, e una donna dovrebbe poter indossare una croce o un cuore o una chiave o un cetriolo senza preoccupazioni di sorta, la novità è che oggi i cattolici e in particolare i cattolici tradizionali, i cattolici devoti, i cattolici mariani, oltre che per i soliti motivi religiosi sono attaccati per motivi politici. Porti il rosario? Allora sei un complice di Salvini! Citi il Vangelo? Vuoi far carriera con la Lega! La fede non è prevista, ci dev’essere sempre dietro qualcos’altro.

Piccolo caso personale: per aver criticato il grande murale palermitano che strumentalizza San Benedetto il Moro, e per averlo fatto da un punto di vista religioso, sono stato inchiodato con un aggettivo infamante. Ossia? Governativo! La situazione è peggiorata dal fatto che il potere ecclesiastico sulla questione crocifissi si mostra peggio che menefreghista e sulla questione santi non ne parliamo proprio. Poco tempo fa il cardinale tedesco Marx si è manifestato aspramente contrario all’esposizione del crocifisso negli uffici pubblici bavaresi, meno male che Marina Nalesso è di Venezia e non di Monaco altrimenti povera lei. E giusto ieri il potente ciellino Vittadini, intervistato dal Corriere della Sera alla vigilia del Meeting, ha mostrato insofferenza per il rosario salviniano con la seguente motivazione: «Io sono laico, non si mischiano sacro e profano». Veramente don Giussani aveva fondato Cl proprio per riportare il sacro nel profano ma chi muore giace e chi è vivo si dà pace, la critica giussaniana alla privatizzazione del cristianesimo non fa più gioco e allora via il crocifisso ed evviva le catacombe, nascondiamoci, mimetizziamoci… Insomma noi cattolici tradizionali, noi cattolici devoti, noi cattolici mariani che ci ostiniamo a portare croci, rosari e medagliette, di questi tempi siamo attaccati dentro e fuori la Chiesa, scoperti su tutti i lati. Con noi abbiamo soltanto San Paolo («Non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo»). Accontentiamoci. IL GIORNALE.IT

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