Spread, Di Maio: ‘Non temiamo attacco dei mercati, noi non siamo ricattabili’

Mentre lo spread aumentaLuigi Di Maio assicura che il governo non teme un nuovo attacco da parte dei mercati perché l’Italia non è ricattabile.

Nei giorni scorsi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti aveva detto: “L’attacco io me lo aspetto, i mercati sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono,” aggiungendo che “abbiamo visto cos’è accaduto a fine agosto nel ’92 e sette anni fa con Berlusconi. L’Italia è un grande Paese e ha le risorse per reggere, anche grazie al suo grande risparmio privato”

Intervistato dal Corriere della Sera, il vicepremier ha però negato la possibilità di un tale scenario: “Non è l’estate del 2011 e a Palazzo Chigi non c’è Berlusconi, che rinunciò per le sue aziende,” ha affermato.

“I provvedimenti fondamentali del contratto li faremo col massimo rispetto degli equilibri di bilancio, ma anche chiedendo all’Europa di farci fare le riforme che ci permetteranno di abbattere il debito pubblico”.

Quanto al tetto del 3% di deficit “non ci sarà bisogno di sforarlo”, ha aggiunto, “con Conte e Tria convinceremo la Ue a farci fare riforme che porteranno all’abbassamento del debito e all’aumento della domanda interna. Inoltre porteremo avanti una lotta senza quartiere a tutti gli sprechi”.

Di Maio ha anche annunciato un “decreto legge per ricostituire la cassa integrazione per cessazione”, misura che “si impone, viste le crisi che ci ha lasciato il precedente governo”. Da parte sua, il ministro ha spiegato che “i provvedimenti fondamentali del contratto li faremo col massimo rispetto degli equilibri di bilancio, ma anche chiedendo all’Europa di farci fare le riforme che ci permetteranno di abbattere il debito pubblico”.

E sulla durata del governo del cambiamento, il leader 5Stelle ha detto: “Con la Lega possiamo lavorare cinque anni in piena lealtà. Salvini e io ci capiamo al volo. Non spero nello sfaldamento dell’alleanza di centrodestra, ma vedo che i rapporti tra sedicenti alleati sono a un punto critico”

 

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